Realizzazione di un Sistema Informativo Territoriale per lo studio delle aree sensibili alla desertificazione in Sardegna
INTRODUZIONE
Per desertificazione si intende un processo dinamico, distribuito nel tempo, in grado di influire negativamente sull'equilibrio degli ecosistemi, causando alterazioni nei cicli vitali, e di provocare una diminuzione della produttività delle risorse naturali. I fattori che incidono nel processo di desertificazione sono principalmente rappresentati sia dai cambiamenti climatici e sia dalle attività antropiche, che determinano impatti negativi nell'ambiente. Questi processi, talvolta irreversibili, sono la diretta conseguenza di uno sfruttamento non razionale delle risorse naturali, che determina il loro esaurimento, favorendo l'abbandono delle aree non più produttive, caratterizzandole come aree svantaggiate, in cui si instaurano processi di degrado.
Il complesso fenomeno della desertificazione racchiude molteplici aspetti di natura climatica e ambientale, ma rispecchia soprattutto il comportamento e la sensibilità dell'uomo nei confronti dell'ambiente che lo circonda.
La definizione proposta dall'UNCCD(1) , ossia "degrado delle terre nelle aree aride, semi-aride e sub-umide secche, attribuibile a varie cause, fra le quali variazioni climatiche ed attività umane", sintetizza egregiamente ciò che si intende per desertificazione.
Il presente lavoro rientra nell'ambito delle attività previste dal Comitato Nazionale per la lotta alla desertificazione (DCPM 26.9.97 GU n.43 del 21.2.98) che ha approvato, in data 22.07.99 le "Linee Guida per le politiche e misure nazionali di lotta alla desertificazione" (PAN), predisposte sulla base degli indirizzi della delibera del CIPE n. 154 del 22 dicembre 1998, che definiscono le azioni necessarie a combattere la desertificazione ed il degrado del territorio in Italia nel rispetto degli impegni sottoscritti nell'ambito della Convenzione delle Nazioni Unite sulla lotta alla siccità e desertificazione.
La Regione Autonoma della Sardegna, con la deliberazione n.14/2 del 23.03.2000 della Giunta Regionale, per l'attuazione delle indicazioni formulate dalla delibera CIPE del 21 dicembre 1999 si è attivata predisponendo entro il 31 maggio 2000, data stabilita dal CIPE per la consegna, il Programma regionale per la lotta alla desertificazione. La segreteria tecnica Regionale incaricata ha predisposto un elaborato preliminare in grado di definire le priorità principali con una limitata individuazione sul territorio degli epicentri di rischio di desertificazione sulla base delle indicazioni delle strutture e degli enti regionali.
L'ERSAT (Ente Regionale di Sviluppo e Assistenza Tecnica in Agricoltura), come da incarico trasmesso con la nota n.0552/CEE del 12 aprile 2000 della Presidenza della Giunta, nell'ambito delle attività previste dalla segreteria tecnica regionale per la lotta alla siccità e alla desertificazione per la predisposizione del Piano di Azione Nazionale (PAN) e del Programma Regionale, ha sviluppato un programma di azione e monitoraggio con la collaborazione del Servizio Agrometeorologico Regionale per la Sardegna, in particolare finalizzata alla "Realizzazione del sistema informativo geografico per l'individuazione ed il monitoraggio delle aree sensibili alla desertificazione in Sardegna" (Convenzione Rep. Gen. N. 13924 del 10/02/00 e successiva nota integrativa). Lo studio, che in una prima fase ha visto la realizzazione della carta delle aree vulnerabili al rischio di desertificazione in scala 1:250.000 con l'applicazione della metodologia portoghese (Pimenta et al., 1998), viene ulteriormente dettagliato attraverso l'applicazione di una metodologia più adatta e completa ad una scala maggiore (1:100.000). In particolare, secondo quanto convenuto, sono state prese in considerazione le seguenti 16 aree corrispondenti ad altrettanti fogli IGM in scala 1:100.000:
Nello sviluppo dello studio, il Servizio Agrometeorologico Regionale per la Sardegna ha applicato la medesima metodologia in scala 1:250.000 a tutto il territorio regionale con lo scopo di fornire una cartografia standard comparabile con studi simili a scala regionale di altre aree del bacino del Mediterraneo.
Il metodo utilizzato, sviluppato all'interno del progetto dell'Unione Europea MEDALUS (MEditerranean Desertification And Land USe), è stato elaborato da Kosmas et al. (1999), per lo studio delle aree vulnerabili alla desertificazione nell'isola di Lesvos (Grecia) e ha trovato applicazione in tre aree test di altrettanti Paesi del Mediterraneo (Italia, Portogallo e Spagna). La metodologia, nota come ESAs (Environmentally Sensitive Areas), ha lo scopo di individuare le aree sensibili alla desertificazione, alla scala 1:100000, attraverso l'applicazione di indicatori sia biofisici che socio-economici che consentono di classificare le aree in critiche, fragili e potenziali.
I diversi tipi di ESAs alla desertificazione possono essere analizzati in relazione a vari parametri, relativi a quattro categorie di indici:
- Indice di Qualità del Suolo (SQI, Soil Quality Index)
Prende in considerazione le caratteristiche del terreno, come il substrato geologico, la tessitura, la pietrosità, lo strato di suolo utile per lo sviluppo delle piante, il drenaggio e la pendenza.
- Indice di Qualità del Clima (CQI, Climate Quality Index)
Considera il cumulato medio climatico di precipitazione, l'aridità e l'esposizione dei versanti.
- Indice di Qualità della Vegetazione (VQI, Vegetation Quality Index)
Gli indicatori presi in considerazione sono il rischio d'incendio, la protezione dall'erosione, la resistenza alla siccità e la copertura del terreno da parte della vegetazione.
- Indice di Qualità di Gestione del Territorio (MQI, Management Quality Index)
Si prendono in considerazione l'intensità d'uso del suolo e le politiche di protezione dell'ambiente adottate.
Per l'individuazione degli indici ESAs è necessario il calcolo dei singoli indicatori che costituiscono ciascuna categoria. A ciascun indicatore si associa un valore indice. La media geometrica dei valori indice per ciascuna categoria fornisce i valori di SQI, CQI, VQI e MQI.
L'indice finale di sensibilità alla desertificazione ESAI (Environmentally Sensitive Area Index) si ottiene calcolando la media geometrica dei diversi indicatori, attraverso la seguente relazione:
ESAI = (SQI x CQI x VQI x MQI)1/4
Seguendo la metodologia proposta dagli autori (Kosmas et al., 1999), l'individuazione delle aree sensibili alla desertificazione dovrebbe seguire il seguente schema:
È bene sottolineare come, rispetto a quanto proposto da Kosmas et al. (1999), sia stato necessario apportare le adeguate modifiche nell'applicazione della metodologia ESAs al caso di studio della Sardegna. Le caratteristiche pedologiche, climatiche, di uso del suolo, di gestione del territorio e la scala di studio adottata hanno imposto, in alcuni casi, delle scelte metodologiche differenti rispetto al modello originale.
Per poter calcolare ed elaborare i vari indicatori allo scopo di ottenere la carta finale delle Aree Sensibili alla Desertificazione, è stato necessario ricorrere all'uso delle tecniche GIS. Si è pertanto implementato un Sistema Informativo Geografico (GIS) che contiene tutte le informazioni cartografiche e alfanumeriche indispensabili per l'individuazione degli indicatori suddetti. Il GIS, come è noto, è un sistema informatizzato che permette di acquisire, memorizzare, controllare, integrare, elaborare e rappresentare dati che sono spazialmente riferiti alla superficie terrestre.
Il primo passo nella progettazione del GIS, sviluppato con il software ArcGis, prodotto dalla ESRI, ha riguardato l'acquisizione di tutta la cartografia ritenuta necessaria sulla base degli indicatori individuati, che in molti casi era già disponibile nel Sistema Informativo Territoriale del SAR; in altri casi, invece, è stata richiesta agli Enti che ne avevano la disponibilità. Il sistema di coordinate adottato è stato UTM ED50, per cui tutti i tematismi sono stati georiferiti secondo questa proiezione.
Si è inoltre sviluppato il database, con una prima fase di strutturazione fisica delle tabelle e del formato dei record, cui ha fatto seguito l'immissione dei dati alfanumerici.
Dall'elaborazione dei dati cartografici sono stati ottenuti gli indicatori sotto forma di carte tematiche; a ciascuna di queste sono stati attribuiti degli indici in formato numerico, operazione necessaria per effettuare le elaborazioni previste dal modello ESAI.
Alcuni indicatori sono puntuali e non areali e presentano il problema ulteriore della loro spazializzazione; anche in tal caso si deve ricorrere ad opportune elaborazioni geografiche, messe a disposizione dalle tecnologie proprie del GIS.
Il sistema di elaborazione ed il data base così strutturati presentano una elevata flessibilità che consente eventuali integrazioni o aggiornamenti successivi sulla base, anche, di nuove conoscenze tecniche, senza che siano snaturati i contenuti concettuali. Resta inteso che la corretta esecuzione del metodo prevede un'accurata verifica della qualità dei dati di base, dalla quale dipende l'attendibilità del risultato finale. La diretta conoscenza degli aspetti critici del territorio consente, inoltre, la corretta taratura degli indici e l'individuazione dei limiti delle classi di sensibilità alla desertificazione.
Nelle pagine seguenti è presentata la metodologia a partire dalla descrizione di ciascun indicatore utilizzato.
(1) Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla siccità e alla desertificazione.
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