Il vento
Il vento non è altro che la velocità dell'aria. Si tratta quindi di una grandezza vettoriale, composta da un'intensità, una direzione e un verso.
L'intensità si misura in metri al secondo (m/s). Esistono anche due altre unità di misura tradizionali, ma il cui uso tende lentamente a scomparire: i nodi (miglia marine all'ora) e i chilometri all'ora. L'utilizzo del nodo è legato soprattutto alla tradizione marinaresca che, per misurare le distanze, utilizza il miglio marino equivalente, che viene generalmente considerato pari a 1852m. In realtà un miglio marino equivale ad un primo di grado che, se si approssima la Terra ad una sfera, sulla superficie terrestre corrisponde appunto a circa 1852m. Si tratta dunque di due grandezze angolari, di grande utilità pratica, ma che possono portare a delle imprecisioni se utilizzate come misure di distanze o velocità lineari. Il chilometro all'ora, infine, è spesso utilizzato in quanto immediatamente confrontabile con altre velocità misurate con questa unità di misura, come ad esempio le velocità delle automobili o degli aerei.
Una scala di misura tradizionale dell'intensità del vento, che ha il vantaggio di essere facilmente riconducibile ai fenomeni che il vento provoca, è la scala Beaufort. Si tratta di una scala introdotta nel 1805 dall'Ammiraglio Francis Beaufort della Marina Britannica, e successivamente modificata per adattarla ai tempi e alle esigenze. La scala si compone di un grado (spesso detto forza), di un termine descrittivo convenzionale, e di una descrizione visiva degli effetti tipici dei vari gradi. Nella tabella riportata sotto, è stato aggiunto l'equivalente dei vari gradi in m/s, nodi e km/h, nonché la suddivisione in classi utilizzata nelle nostre previsioni. È importante segnalare, che il termine descrittivo brezza (leggera, tesa) non è la stessa cosa della brezza intesa come vento che sorge in presenza di forti differenze di temperature fra mare è terra. Infatti, nel primo caso si tratta della definizione di una particolare intensità di vento, nel secondo caso, invece, di un vero e proprio fenomeno fisico. Ad aumentare la confusione s'aggiunge il fatto che il fenomeno brezza si presenta quasi sempre con intensità di brezza.
Grado |
Termine descrittivo |
Classe |
Intensità |
Descrizione visiva |
[Nodi] |
[m/s] |
[Km/h] |
0 |
Calma |
Calma |
< 1 |
< 0.3 |
< 1 |
Il fumo sale verticalmente. |
1 |
Bava di vento |
1÷3 |
0.3÷1.5 |
1÷5 |
La direzione del vento è visibile dal movimento del fumo ma non dalla banderuola segnavento. |
2 |
Brezza leggera |
Debole |
4÷6 |
1.6÷3.3 |
6÷11 |
Si avverte il vento sulla faccia; le foglie si agitano; banderuole ordinarie in movimento. |
3 |
Brezza tesa |
7÷10 |
3.4÷5.4 |
12÷19 |
Foglie e ramoscelli in movimento costante; le bandiere leggere iniziano a spiegarsi. |
4 |
Vento moderato |
Moderato |
11÷16 |
5.5÷7.9 |
20÷28 |
Si sollevano polvere e pezzi di carta; rami degli alberi in movimento. |
5 |
Vento teso |
17÷21 |
8÷10.7 |
29÷38 |
Gli alberelli ondeggiano; si increspano le acque interne (laghi, stagni, ecc.). |
6 |
Vento fresco |
Forte |
22÷27 |
10.8÷13.8 |
39÷49 |
Grossi rami in movimento; difficoltà nell'uso degli ombrelli. |
7 |
Vento forte |
28÷33 |
13.9÷17.1 |
50÷61 |
Interi alberi in movimento; camminando controvento si prova fastidio in faccia. |
8 |
Burrasca |
Burrasca |
34÷40 |
17.2÷20.7 |
62÷74 |
Si spezzano i rami degli alberi; generale impedimento all'avanzamento. |
9 |
Burrasca forte |
41÷47 |
20.8÷24.4 |
75÷88 |
Si verificano leggeri danni alle costruzioni (si spostano piccoli oggetti e le tegole). |
10 |
Tempesta |
Tempesta |
48÷55 |
24.5÷28.4 |
89÷102 |
Considerevoli danni alle abitazioni; sradicamento di alberi; onde molto alte in mare. |
11 |
Tempesta violenta |
56÷63 |
28.5÷32.6 |
103÷117 |
Danni ingenti su vasta scala. |
12 |
Uragano |
> 63 |
> 32.6 |
> 117 |
Danni ingentissimi in breve tempo su vasta scala. |
La direzione del vento si misura in gradi. 0° corrisponde al Nord e la direzione positiva è il senso orario, quindi: Est=90°, Sud=180° e Ovest=270°. Tradizionalmente si sono attribuiti nomi diversi a venti di direzioni diverse. Ogni tradizione ha i suoi nomi, spesso legati a termini geografici o a particolari fenomeni. Nella Rosa dei Venti che segue sono riportati i nomi tradizionali italiani.
Un accenno, infine, al verso. A differenza di quanto avviene in altre branche della Fisica, quando si misura un vento si utilizza sempre il verso negativo, e cioè quello da cui proviene. Il Maestrale, ad esempio, è il vento che proviene da Nord-Ovest e non quello che si dirige a Nord-Ovest.
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