La razionale gestione dell'intervento irriguo in Sardegna
4.2.3. Il coefficiente colturale (Kc)
Il coefficiente colturale non e' altro che il rapporto, determinato attraverso opportune prove sperimentali, fra l'ETc e l'ETo.
(4.1)
In linea generale, l'ETo rappresenta la domanda evapotraspirativa determinata dalle condizioni meteorologiche mentre il Kc tiene conto sia delle caratteristiche morfologiche ed ecofisiologiche della coltura sia delle tecniche colturali che differenziano le colture o una stessa coltura nel tempo e nello spazio e che modificano l'entita' degli scambi di energia e vapore acqueo fra la coltura e l'atmosfera. Il Kc e', quindi, un fattore moltiplicativo di correzione delle differenze che si riscontrano nell'evapotraspirazione di una certa coltura rispetto a quella di riferimento. Il Kc, come gia' detto, pur essendo specifico di ogni coltura, varia nel corso della stagione o degli anni, in quanto nel tempo le caratteristiche morfologiche ed ecofisiologiche della coltura cambiano.
Questa evoluzione viene di solito schematizzata attraverso la cosiddetta curva del coefficiente colturale che permette di individuare il valore del Kc corrispondente ai diversi stadi di sviluppo o di crescita delle colture (nelle figure 2, 3 e 4 sono schematizzate le curve del coefficiente colturale di alcune colture).
Al fine di agevolare l'utilizzazione operativa dei metodi di stima dei fabbisogni idrici delle colture, le attivita' di ricerca e sperimentazione svolte in tutto il mondo hanno permesso di calcolare il valore che il coefficiente colturale assume nelle diverse colture nel corso della stagione o degli anni.
Nella scelta dei valori tabulati, reperibili da diverse fonti, si deve comunque tener conto del fatto che il Kc e' influenzato anche dalle tecniche colturali (ad es. il metodo e la frequenza degli interventi irrigui) e che sono pertanto necessari opportuni aggiustamenti. Una delle metodologie più diffuse per la determinazione del Kc è quella basata sull'impiego dei lisimetri.
Si tratta di vasche impermeabilizzate (cemento, vetroresina, ecc.) di varie dimensioni (in genere la superficie è compresa fra 1 e 4 m2 mentre la profondita' fra 0.50 e 2 m), interrate al centro di un'area coltivata con la stessa coltura e riempite con lo stesso terreno proveniente dallo scavo, rispettando la stratigrafia originale. L'area di rispetto intorno al lisimetro, investita con la stessa coltura e coltivata con identica tecnica colturale, rappresenta un aspetto fondamentale, soprattutto nelle zone aride o semi-aride, laddove cioè le condizioni ambientali dei campi circostanti potrebbero determinare un'errata interpretazione dei dati rilevati. Una esauriente rassegna sulle tipologie di lisimetri e sulle problematiche connesse al loro impiego è riportata da Tarantino e Onofrii (1991). Negli anni più recenti diversi autori (Grebet e Cuenca, 1991; Allen et al., 1991; Pruitt, 1991; Walter et al., 1991; Neale et al., 1991) hanno analizzato le principali fonti di errore nella misura dell'ETo e dell'ETc e, quindi, nella valutazione dei Kc, attraverso la tecnica lisimetrica. Gli studiosi hanno inoltre evidenziato che le imprecisioni più comuni connesse alle misure lisimetriche possono determinare un errore massimo, in termini di ETo o di ETc, pari al 50%! Alla luce di queste considerazioni, Allen et al. (1994) hanno affermato che l'utilizzazione dell'equazione di Penman-Monteith per la stima dell' ETo e dell' ETc può rappresentare in molti casi una ottima alternativa alla tecnica lisimetrica. Si rimanda al capitolo 5 e ai paragrafi 7.1.4 e 8.5 per una descrizione dettagliata del metodo Penman-Monteith.

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figura 2 Esempio di curva del coefficiente colturale per una coltura erbacea di pieno campo. |

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figura 3 Esempio di curva del coefficiente colturale per una coltura erbacea da consumo fresco. |

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figura 4 Esempio di curva del coefficiente colturale per le colture arboree e la vite. |
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