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Il clima della Sardegna
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2. LA PRESSIONE ATMOSFERICA

Nella figura 1.4 si vede come le stazioni con dati di pressione utilizzate siano solamente 9, ma questo non influisce sulla qualità dell’analisi, vista l’estrema stabilità spaziale di tale grandezza fisica. Proprio siffatta stabilità è così imponente su una distanza di qualche centinaio di chilometri da rendere di scarsa utilità l’analisi della sua distribuzione spaziale, almeno per quanto riguarda i campi medi, su un area dell’estensione pari a quella della Sardegna.
In relazione a ciò si è deciso di considerare contemporaneamente le stazioni poste a quote inferiori ai 500 m, riportando a livello del mare(2) i valori di pressione da esse misurati. Si sono dunque calcolate le medie climatiche mensili per ognuna di esse e si è fatta la media spaziale di queste ultime.
Il risultato è illustrato in figura 2.1, dalla quale si evince che la pressione ha un massimo assoluto a gennaio, una repentina discesa fino al minimo assoluto in aprile, un lenta crescita fino a luglio cui fa seguito un secondo minimo ad agosto ed infine un aumento fino a gennaio.
Questi valori sono in apparente contrasto con le considerazioni fatte nell’Introduzione sullo spostamento verso nord delle celle d’alta pressione subtropicali durante i mesi estivi. In realtà la pressione a livello del mare è fortemente influenzata dall’interazione degli strati più bassi dell’atmosfera con la superficie terrestre e segue meno la circolazione generale che invece influenza maggiormente gli strati superiori. E’ più probabile invece che tale distribuzione di pressione sia la conseguenza della vicinanza del mare, della particolare circolazione del Mediterraneo e della forte insolazione estiva. A questo proposito è interessante la figura 2.2 che mostra il ciclo annuale della pressione misurata nella stazione di Fonni che, essendo posta a 925 m sul livello del mare, è più simile al comportamento dell’atmosfera libera. Nel grafico si vede ancora un minimo in aprile, ma si nota anche che la pressione sale lentamente fino a raggiungere un massimo nel trimestre luglio-settembre, per poi ridiscendere lentamente.
A riprova della validità dei dati a disposizione si è confrontata la climatologia da essi ottenuta con quella desunta dalle analisi del National Center for Atmospheric Research (N.C.A.R.) degli Stati Uniti d’America fatte sul Mediterraneo Occidentale fra 1946 e il 1990. Come si vede dalle figure 2.3, 2.4 e 2.5 il ciclo annuale per pressione a livello del mare è il medesimo (si ha solo una differenza media di 1 mbar, dovuta probabilmente all’algoritmo utilizzato per riportare i valori al livello del mare oppure alle cosiddette inizializzazioni che subiscono tali analisi), mentre per l’altezza di geopotenziale(3) in quota (850 mbar e 500 mbar) si vede che il ciclo è influenzato principalmente dalla Circolazione Generale dell’Atmosfera.

(2) Si rammenta che negli strati bassi dell’atmosfera la pressione diminuisce di circa 12 mbar ogni 100 m di altitudine.
(3) L’altezza di geopotenziale è l’altezza a cui ci si troverebbe se si misurasse la pressione di riferimento relativa ad un determinato valore in condizioni di equilibrio idrostatico (così, per esempio, in un certo punto il livello dei 500 mbar può trovarsi a 5450 m s.l.m., mentre un punto adiacente può essere ad un’altezza inferiore o superiore). In meteorologia, considerato che l’atmosfera si trova mediamente all’equilibrio idrostatico, risulta più comodo utilizzare la pressione come coordinata verticale (al posto della quota) e l’altezza di geopotenziale come coordinata dipendente, poiché questo permette di fare a meno delle misure della densità che sono estremamente difficili nell’atmosfera libera. Nei grafici in questione, dunque, il lettore consideri l’altezza di geopotenziale così come farebbe con la pressione se la coordinata verticale fosse la quota.
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