Riepilogo mensile agrometeorologico di agosto 2000
Fenologia delle colture
Nell’ambito dell’attività di monitoraggio della Rete Agrofenologica Regionale, nei diversi comprensori agricoli, sono state rilevate le seguenti fasi fenologiche per le diverse colture.
Olivo
Nell'ultima decade del mese è stata registrata la fase di indurimento nocciolo per le CV Bosana (Nurra, Logudoro), CV Semidana (Oristanese), CV Pizz’e Carroga (Ogliastra).
Vite
Nell’ultima decade del mese la fase di maturazione è stata segnalata praticamente per tutte le CV monitorate.
Agrumi
Nelle zone monitorate è stata rilevata la fase di ingrossamento frutti con l'avvio dell'attività vegetativa di fine estate.
Carciofo
Nelle diverse zone monitorate, la fase fenologica prevalente, nella terza decade del mese, è stata quella di quarta-sesta foglia.
Colture ortive
In termini generali, per il pomodoro da industria, la fase maggiormente rilevata è stata la maturazione e, già dalla seconda decade, sono iniziate le operazioni di raccolta.
Bilancio idro-meteorologico e consumi idrici colturali
Durante il periodo in esame la richiesta evapotraspirativa media, espressa come evapotraspirazione di riferimento, ha manifestato una marcata variabilità nelle diverse località, passando da circa 4.0 a 6.0 mm, con i valori più elevati nel Sulcis-Iglesiente e nel Campidano di Cagliari (es. stazione di Samassi). Esaminando i dati giornalieri meritano di essere evidenziati i picchi registrati sempre nelle stazioni del Sulcis-Iglesiente (Domus de Maria, 9.8 mm, Iglesias 9.6 mm e Masainas 9.5 mm) il 18, giornata caratterizzata da vento sostenuto e bassa umidità relativa. Nel grafico sono raffigurati i valori giornalieri per 4 stazioni rappresentative di diversi areali.
La stima dei consumi idrici colturali per il mese di agosto, elaborata sulla base delle fasi del ciclo colturale più frequenti nei diversi comprensori agricoli, ha fornito i seguenti valori:
- per il pomodoro da industria nella fase di maturazione e considerando l’inizio della raccolta verso la metà del mese, si sono stimati consumi variabili tra 55 mm e 80 mm circa;
- per il carciofo in coltura forzata nella fase fenologica di sesta foglia si sono ottenuti valori compresi tra 80 mm 120 mm;
- per il mais nelle fasi di maturazione lattea e cerosa i valori variano tra 100 mm e 150 mm;
- per la vite allevata a controspalliera si sono stimati consumi da circa 85 mm a 130 mm relativamente alle fasi fenologiche di invaiatura e maturazione;
- valori di 60 – 90 mm si sono avuti per l’olivo in fase di completo indurimento nocciolo;
- per l’arancio in fase di ingrossamento frutti ed attività vegetativa di fine estate si sono ottenuti 80 mm a 120 mm.
Come per il mese precedente sono stati scarsi gli apporti di precipitazione, seppur in linea con le caratteristiche pluviometriche del periodo, rendendo in termini generali il periodo in esame siccitoso. Come riportato nelle considerazioni climatiche, solo in aree circoscritte, localizzate nel nord-ovest dell’isola, si sono registrati eventi piovosi di un certo rilievo. In generale si può pertanto affermare che, pur con le differenze tra le diverse località, le condizioni di deficit idrico ricalcano sostanzialmente quelle dello scorso anno (vedere tabella).
Note fitopatologiche
Di particolare rilevanza è stata l'eccezionale ondata di caldo, con massime anche di 10°C superiori alla media climatica, verificatasi intorno alla metà del mese. Tali condizioni risultano favorevoli allo sviluppo e diffusione della Mosca Mediterranea della Frutta sui frutti delle specie arboree presenti in campo. L'ondata di caldo è stata accompagnata da valori di umidità relativa dell'aria molto bassi, sfavorendo quindi, nel periodo in oggetto, l'insorgere di malattie funginee.
Modello di simulazione della fenologia di Lobesia botrana (Den. & Schiff.)
(Stazioni di riferimento: Sorso, Olmedo, Milis, Arborea, Jerzu, Decimomannu)
RIEPILOGO STAGIONALE:
La simulazione della fenologia dei diversi stadi del lepidottero nelle diverse generazioni (Figura 1), effettuata con il modello matematico a disposizione, ha consentito di effettuare alcune considerazioni anche relativamente agli accumuli termici della stagione estiva. La più importante anomalia sullo sviluppo fenologico è stata osservata sulla seconda generazione, simulata in anticipo anche di 2 settimane rispetto all'andamento medio. Infatti, molto in generale, lo sfarfallamento degli adulti della seconda generazione, ha inizio nella nostra isola intorno alla metà del mese di giugno, mentre nell'anno in corso già dai primi del mese si sono raggiunte le sommatorie termiche necessarie. Nello sviluppo della terza generazione tale anticipo si è in parte ridotto. Tuttavia, il forte accumulo termico registrato a giugno ha consentito lo sviluppo di una quarta generazione già da fine agosto, con possibile ovideposizioni (segnalata anche dalla simulazione) e quindi con probabile infestazione attiva sulle uve presenti ancora in campo. Un'ultima importante considerazione che si può fare osservando la figura, è relativa alla simulazione effettuata con i dati della stazione di Olmedo. In tale località l'intero sviluppo fenologico è stato simulato con un ritardo anche di due settimane rispetto alle altre stazioni. Una possibile causa di questo è riconducibile alle condizioni primaverili, quando, in particolare ad aprile, sono state registrati valori di temperatura dell'aria molto bassi e inferiori alle soglie di sviluppo del lepidottero.
Modello EPI per la valutazione del rischio di epidemie da Plasmopara viticola (Bern.)
(Stazioni di riferimento: Sorso, Olmedo, Berchidda, Milis, Allai, Oliena, Orosei, Jerzu, Villacidro, Dolianova)
RIEPILOGO STAGIONALE:
Il periodo primaverile estivo del 2000 non è risultato particolarmente favorevole a scoppi epidemici della malattia. Come anche si evince dalla Figura 2 le più importanti segnalazioni di rischio da parte del modello EPI sono state nel mese di maggio, quando si sono registrate condizioni termoigrometriche ottimali per lo sviluppo della malattia. Gli allarmi del modello sono stati confermati dai dati della Rete di Monitoraggio Agrofenologico. Successivamente, la carenza di eventi piovosi e le elevate temperature con conseguente riduzione del tenore di umidità dell'aria, hanno portato una situazione di relativa tranquillità, con sporadiche segnalazioni di allarme. Tuttavia, a causa in particolare dell'elevato regime termico, l'indice nelle varie stazioni ha mostrato una continua crescita, ad eccezione delle stazioni di Jerzu, Arborea e Villa San Pietro, dove non sono mai state individuate dal modello situazioni ambientali in grado di provocare epidemie.
In Figura 2 viene anche mostrata la simulazione dei cicli di infezione secondo la metodologia Goidanich. Com'è noto agli operatori del settore il metodo Goidanich tende a sovrastimare la reale infezione in campo e conseguentemente il numero dei trattamenti. Anche rispetto al modello EPI la metodologia Goidanich mostra queste differenze. Infatti, anche nelle stazioni dove il modello EPI non indica alcuna situazione di rischio il metodo Goidanich simula il verificarsi di diversi cicli di infezione.
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