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Riepilogo mensile agrometeorologico di gennaio 2002


Fenologia delle colture
Nell'ambito dell'attività di monitoraggio della Rete Agrofenologica Regionale, nei diversi comprensori agricoli, sono state rilevate le seguenti fasi fenologiche per le diverse colture:

Olivo
Per tutte le CV e nelle diverse aree sottoposte a monitoraggio le operazioni di raccolta risultano praticamente concluse. La fase riscontrata è quella di riposo vegetativo.

Agrumi
Nelle zone monitorate è stata rilevata la fase di riposo vegetativo.

Carciofo
Sulle carciofaie tardive sono continuate le operazioni di raccolta dei capolini di secondo e terzo ordine.

Considerazioni agrometeorologiche
Come evidenziato nella sezione meteorologica, il mese di gennaio è stato caratterizzato da condizioni di deficit idrico particolarmente preoccupanti che hanno caratterizzato anche il periodo autunnale del 2001 e da basse temperature, registrate soprattutto durante la prima decade del mese.


Le condizioni di deficit idrico hanno riguardato soprattutto le aree del basso Campidano (Decimomannu, Samassi, Dolianova) e, in maniera irregolare, il settore centrale dell'isola (es. Oliena, Orani, Nuoro, Ghilarza), come si può evincere consultando la tabella 1.


Per quanto riguarda le temperature, dall'analisi della tabella 2 e delle figure (stazioni di Arborea, Arzachena, Decimomannu, Illorai, Olmedo, Orani, Ozieri, Samassi, Siliqua e Villacidro), si nota come nei primi giorni dell'anno (nel periodo 2-13 gennaio) si siano verificati valori piuttosto bassi per periodi particolarmente lunghi, sia nelle aree collinari e montane, sia in particolare nelle aree agricole di pianura come la Nurra, la Piana di Chilivani, la Piana di Arborea ed il basso Campidano di Cagliari (es. stazione di Olmedo e stazioni di Arborea, Decimomannu, Siliqua e Ozieri).

L'aspetto più interessante è legato non solo ai valori estremi di temperatura registrati nel mese di gennaio, ma soprattutto al perdurare delle condizioni di temperatura al di sotto della soglia di 0°C). In particolare, alcune stazioni (Allai, Benettuti, Giave e Villanova Strisaili) hanno presentato nei primi giorni del mese una somma del numero di ore con temperatura <0°C superiore a 150 e nel corso della giornata un numero massimo di ore con temperatura <0°C pari a 15. Inoltre, nello stesso periodo circa il 50% delle stazioni è stata caratterizzata da oltre 10 giorni con temperature minime al di sotto di 0°C, a conferma delle frequenti gelate verificatesi nel mese.

Le conseguenze determinate dalla persistente carenza idrica e dalle basse temperature potrebbero causare gravi problemi sia sull'evoluzione del ciclo produttivo delle colture in atto sia sulla produzione futura delle colture a ciclo primaverile-estivo.

Le colture autunno-vernine hanno subito, infatti, un ritardo nella semina a causa dell'inizio del periodo piovoso in novembre. In particolare, i cereali con modesto apparato radicale sono risultati più vulnerabili alle basse temperature di gennaio che ne hanno ulteriormente condizionato lo sviluppo. Analoghe considerazioni possono riguardare i pascoli, per i quali le due azioni combinate, pluviometrica e termica, hanno causato un forte rallentamento dell'attività vegetativa, determinando la formazione di pascoli radi, insufficienti rispetto alle esigenze alimentari degli animali. Le gelate hanno ulteriormente danneggiato la cotica erbosa determinando una drastica diminuzione della produttività del pascolo. Tali fenomeni sono stati più gravi nei terreni poco profondi con scarsa capacità di ritenzione idrica. Viceversa, in terreni più profondi e con buona capacità idrica, quest'effetto può essere stato minore.

Inoltre, le scarse precipitazioni che hanno caratterizzato l'autunno e questo scorcio d'inverno hanno prodotto un esiguo accumulo idrico nei bacini di raccolta, in particolare nel sud dell'isola, con conseguenti ripercussioni sulle coltivazioni a ciclo primaverile-estivo. Pertanto, se non interverranno apporti consistenti nei mesi futuri, ci potrebbe essere una drastica riduzione delle superfici irrigabili ed eventuali difficoltà nel portare a termine le coltivazioni in buone condizioni di disponibilità idrica.

Tra le colture in atto particolarmente sensibili a danni da freddo possiamo senz'altro citare il carciofo, che, benché sopporti con limitati danni temperature poco al di sotto dello zero, manifesta sofferenza quando la temperatura si abbassa ulteriormente, con veri e propri danni ai diversi organi della pianta, che portano spesso ad una considerevole perdita di prodotto. Nelle località in cui le gelate hanno raggiunto una particolare intensità, la pianta manifesta la cosiddetta "lessatura", presentando delle foglie completamente abbassate con l'epidermide distaccata, i peduncoli disidratati e spesso anneriti, che nei casi più gravi si piegano ad uncino con il capolino capovolto.

Analogamente, la barbabietola da zucchero, la patata, il finocchio ed altre ortive di pieno campo, caratterizzate da soglie termiche critiche di pochi gradi sotto lo zero, possono aver sofferto danni più o meno importanti in relazione alla località di coltivazione.

Riguardo alle piante arboree, quelle a foglia caduca sono, in linea generale, più resistenti di quelle sempreverdi. Infatti, le specie arboree a foglia caduca, come vite, ciliegio e pesco, attualmente in fase di riposo vegetativo, hanno delle soglie termiche inferiori ai valori registrati, e non dovrebbero pertanto aver risentito dei minimi termici registrati. Tra le sempreverdi, gli agrumi sono indubbiamente da considerare tra quelle più sensibili al freddo. Questi, infatti, sono danneggiati da temperature dell'aria poco al di sotto dello zero (-1, -1,5 ° C). Tra le cultivar che presentano ancora frutti in fase di maturazione, l'esposizione prolungata al freddo ha causato delle alterazioni sia dell'epicarpo sia della polpa, con un conseguente deprezzamento del prodotto. A queste azioni dirette va aggiunta anche quella indiretta della cascola dei frutti nelle cultivar di arancio.
Bisogna sottolineare, tuttavia, che in alcune delle principali aree agrumicole dell'isola (es. Muravera, Orosei) non si sono verificate condizioni termiche particolarmente critiche. Inoltre, la maggior parte delle cultivar presenti nell'isola, maturando in anticipo rispetto al periodo in cui si sono verificate le gelate, dovrebbero essere sfuggite all'azione del freddo.

Anche l'olivo è una specie che risente degli abbassamenti termici, ma in misura minore rispetto agli agrumi: la pianta, infatti, inizia ad essere danneggiata quando la temperatura scende al di sotto di - 5 ° C. In caso di ritardo nelle operazioni di raccolta, le drupe ancora pendenti possono aver subito l'effetto del freddo con delle alterazioni, in ogni caso in misura limitata, che si riflettono sulla qualità del prodotto finale.


Gli abbassamenti termici che hanno caratterizzato il mese di gennaio possono aver prodotto azioni di differente entità sui principali fitofagi delle colture agrarie. Il freddo intenso ha determinato condizioni limitanti per lo sviluppo delle forme svernanti di molte specie di insetti, in particolare delle neanidi di Saissetia oleae Bern. (cocciniglia mezzo grano di pepe), particolarmente sensibili alle temperature inferiori allo zero, ed alle larve svernanti della Sesamia nonagrioides Lef. (piralide del mais), sulle quali possono essersi verificate elevate mortalità. Altre specie, quali la Bactrocera oleae Gmel. (mosca delle olive) e la Ceratitis capitata Wied. (mosca della frutta), che svernano nel terreno allo stadio di pupa ad una profondità di 5-10 cm, possono aver risentito del forte abbassamento termico, in quanto i valori di temperatura registrati a quella profondità sono stati al di sotto delle soglie letali. Per queste forme svernanti, comunque, si deve evidenziare che l'effetto dei minimi termici è sempre da valutare in relazione anche ad altri fattori, quali: il tipo di terreno ed il suo contenuto idrico negli strati superficiali. Infatti, la mortalità determinata dall'azione fisica del ghiaccio può risultare anche molto più elevata di quella che si avrebbe con l'esposizione seppur a temperature minori ma in condizioni di assenza di ghiaccio.



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