Riepilogo mensile agrometeorologico di maggio 2004
Il mese in esame ha mostrato un regime pluviometrico decisamente anomalo, con piogge frequenti ed abbondanti, e condizioni termometriche caratterizzate da valori inferiori alla media, in maniera particolarmente marcata nella prima metà del mese.
Precipitazione
Le piogge del mese sono state piuttosto frequenti e soprattutto quantitativamente abbondanti rispetto a quanto si è registrato in anni recenti e rispetto ai valori medi climatologici. Il periodo più piovoso si è concentrato nella prima metà del mese, in cui è stato totalizzato in generale circa il 90 % delle piogge mensili; durante la seconda parte si sono verificati invece eventi di pioggia di modesta entità e di limitata efficacia agronomica, nei quali raramente si sono superati i 5 mm.
Le aree in cui si sono avuti i maggiori cumulati mensili, superiori a 120 mm, sono concentrate in particolare nel Montiferru e nella catena del Marghine (es. stazioni di Illorai, 136.2 e Scano di Montiferro, 154 mm). Altre zone interessate da piogge abbondanti sono localizzate al centro nord (es. stazioni di Luras, Giave, Bitti e Gavoi) ed al centro sud, in particolare nel settore comprendente l'alto Campidano, l'Arburese, la Trexenta, il Sarcidano, fino alla Barbagia, dove si sono registrati valori mensili compresi tra 90 e 120 mm circa (es. stazioni di Arborea, Sardara, Gonnosfanadiga, Nurallao, Sadali e Siurgus Donigala). Nella fascia costiera orientale si sono misurati i cumulati inferiori, compresi tra circa 30 e 45 mm (es. stazioni di Muravera, Jerzu, Oliena, Dorgali e Siniscola). Le rimanti aree, tra le quali la Gallura, la Nurra, il Campidano, il Nuorese, ecc. hanno invece totalizzato valori intermedi, compresi tra 50 e 90 mm.
Raffrontando i valori totali con le corrispondenti misure dello scorso anno (tabella 1), caratterizzato invece da piogge piuttosto scarse, si evidenzia una netta differenza, talora piuttosto marcata, come nel caso del settore centrale.
L'analisi dei dati giornalieri evidenzia come le piogge abbiano interessato un numero elevato di giorni, variabile secondo la località da un minimo di 5-6 fino ad un massimo di 14, ovvero la metà del mese (stazione di Illorai).
Esaminando i singoli valori giornalieri, analogamente al mese di aprile, anche in questo periodo non si sono evidenziati picchi elevati e solo in due stazioni si sono superati i 40 mm, nei primi giorni del mese (stazioni di Illorai e Scano di Montiferro); rispetto al mese precedente risultano invece piuttosto frequenti le precipitazioni di modesta entità, inferiori a 5 mm (circa il 43% del totale). Il grafico 1 raffigura la frequenza dei valori misurati in classi dell'ampiezza di 5 mm.
Il mese in esame ha pertanto fatto registrare un regime pluviometrico sicuramente inusuale, durante il quale, proseguendo l'andamento dei mesi precedenti si sono verificate piogge ripetutamente e copiosamente, che hanno determinato una favorevole condizione di disponibilità idrica; tali condizioni hanno garantito un costante deflusso verso i bacini di raccolta e l'accumulo di ingenti scorte idriche, fino a superare abbondantemente il miliardo di metri cubi. Nei bacini presenti in alcune aree i livelli delle acque sono progressivamente cresciuti fino a raggiungere i limiti consentiti.
Occorre tuttavia evidenziare anche gli inconvenienti legati all'abbondante regime pluviometrico: l'impraticabilità dei campi da parte delle macchine operatrici con i conseguenti ritardi sia nella preparazione dei terreni che nelle semine e la crescita rigogliosa della vegetazione, che una volta secca potrebbe costituire in un'esca favorevole per gli incendi boschivi.
Evapotraspirazione
Durante il mese in esame si sono riscontrati valori piuttosto modesti delle perdite per evapotraspirazione, anch'esse influenzate dalle anomale condizioni termo-pluviomeriche. Si pensi che i valori medi dell'evapotraspirazione di riferimento, calcolati per l'intera rete di stazioni, hanno subito un decremento di circa il 17 % nel mese in corso (3.3 mm contro 4.0 mm) rispetto alla media degli ultimi anni.
Tra le diverse località i valori medi mensili sono stati compresi nell'intervallo 2.6 - 4 mm. I valori più elevati sono stati ottenuti per le località del Nuorese e nel Sulcis. Anche per quanto riguarda i singoli dati giornalieri, i valori registrati quest'anno si discostano significativamente da quelli degli anni scorsi ed in particolare dell'ultimo anno. I valori più elevati si sono avuti nelle stazioni di Gonnosfanadiga (6.8 mm) e Masainas (6.7 mm).
Nel grafico 2, che riporta l'andamento dei valori giornalieri di 4 stazioni rappresentative, si possono osservare i bassi valori della prima quindicina del mese in concomitanza col periodo piovoso.
Consumi idrici colturali
L'attuale stagione irrigua è iniziata pertanto sotto i migliori auspici: fino a questi ultimi giorni in molte aree della Sardegna non è stato necessario ricorrere all'irrigazione potendo sfruttare le riserve accumulate nei suoli; infatti, i consumi idrici delle colture primaverili-estive sono risultati piuttosto bassi, e sono stati praticamente soddisfatti dalle piogge del mese. Inoltre, le scorte disponibili negli invasi potrebbero supportare una notevole estensione delle coltivazioni irrigue.
I consumi idrici stimati per le principali colture irrigue, attraverso l'applicazione dei coefficienti colturali medi mensili risultano molto contenuti rispetto a quelli tipici del periodo a causa dei bassi valori di ETo, ed abbracciano per le varie località intervalli piuttosto ampi. In particolare, per le principali colture irrigue sono stati quantificati i seguenti consumi idrici:
50-80 mm per la vite (controspalliere)
35-60 mm per il mais seminato nell'ultima decade di aprile,
45-75 mm per l'olivo,
55-90 mm per il pomodoro da industria con trapianti effettuati alla fine di aprile,
55-90 mm nel caso degli agrumi,
75-130 mm nel caso della medica e prati polititi,
95-160 mm per la barbabietola con semina autunnale.
Sommatorie termiche
Le sommatorie termiche in base 0 °C e 10 °C calcolate dal 1 gennaio al 31 maggio evidenziano una situazione di netto ritardo termico rispetto alla climatologia di riferimento e soprattutto rispetto allo stesso periodo del 2003 .
Considerando il confronto con lo stesso periodo dello scorso (tabella 2) si può osservare come le maggiori differenze abbiano riguardato in particolare le aree più interne della Sardegna centro-settentrionale. Nelle stazioni di Milis, Atzara, Bitti e Benetutti sono stati accumulati rispettivamente 208 GDD, 162 GDD, 139 GDD e 131 GDD in meno con soglia 0 °C e 202 GDD, 197 GDD, 159 GDD e 192 GDD in meno con soglia 10 °C.
Tra tutte le stazioni monitorate, Villanova strisaili e Illorai hanno registrato il minore accumulo di gradi giorno con valori rispettivamente di 950 GDD e 1053 GDD con soglia 0 °C, e di 24 GDD e 45 GDD con soglia 10 °C. Le zone costiere di Sorso, Masainas e Stintino, al contrario, hanno fatto riscontrare i valori più elevati anche se comunque nettamente inferiori a quelli registrati lo scorso anno.
CONSIDERAZIONI AGRO-FENOLOGICHE
Cereali e foraggere
Le precipitazioni che hanno contraddistinto anche il mese di maggio hanno aggravato la situazione di molte coltivazioni cerealicole dell'isola (in alcuni casi già precaria) ormai in piena fase di granigione. In particolare, i problemi più gravi hanno riguardato la coltura dell'orzo che già ad aprile aveva fatto segnalare evidenti danni da allettamento. L'eccessiva umidità dei terreni evidenziata anche a maggio, infatti, sembra abbia accentuato il fenomeno dell'allettamento in numerose coltivazioni, soprattutto di quelle a taglia più alta e con abbondante concimazione azotata, con le conseguenti difficoltà connesse con le imminenti operazioni di raccolta della granella.
Le piogge consistenti hanno invece determinato minori problemi al frumento, notoriamente più resistente all'allettamento. Nella maggior parte delle coltivazioni, infatti, le piante hanno continuato ad accrescersi e svilupparsi in maniera ottimale usufruendo della buona disponibilità idrica dei terreni, condizione particolarmente importante in quanto in questa fase del ciclo colturale la pianta presenta le più elevate esigenze di tutto il ciclo colturale.
Le temperature non particolarmente elevate del periodo hanno, infine, confermato il generale ritardo nello sviluppo fenologico delle colture che è già stato messo in evidenza nel mese precedente.
Le condizioni meteorologiche e soprattutto dagli alti livelli di umidità, inoltre, hanno favorito lo sviluppo di agenti patogeni che hanno interessato non solo le coltivazioni di frumento ma molte altre specie vegetali.
Le continue piogge hanno inoltre ostacolato e ritardato le operazioni di sfalcio degli erbai autunno-primaverili e dei prati in asciutto: le piante pertanto hanno proseguito il loro ciclo con le conseguenze di un peggioramento delle caratteristiche del foraggio stesso per l'aumento del contenuto di lignina e la diminuzione dell'appetibilità, della digeribiltà e delle percentuali di proteine digeribili.
Per contro, nelle molte zone in cui il foraggio era già stato tagliato possono essersi verificati dei problemi durante il processo di essiccazione dell'erba in campo per la perdita di elementi nutritivi per dilavamento ed azione meccanica della pioggia. Infine, nelle aree il cui il periodo ottimale per lo sfalcio non é coinciso con gli eventi piovosi è stato prodotto un foraggio abbondante e di ottima qualità.
Per quanto riguarda le colture irrigue è senz'altro importante segnalare il notevole ritardo registrato nella semina delle diverse specie a causa delle condizioni di saturazione dei terreni che in molti casi hanno impedito il regolare svolgimento delle operazioni di campo. Nel corso del mese, per esempio, hanno avuto inizio con un notevole di ritardo rispetto allo scorso anno le semine delle diverse varietà di riso. Si è incominciato, inoltre, a preparare i terreni per la semina delle specie da erbaio primaverile-estivo come il mais, il miglio e sorgo e le specie da prato come l'erba medica. Nel caso dei medicai con più di un anno si è proceduto alle prime operazioni di sfalcio con la produzione di fieno, anche se non di ottima qualità per la presenza di molte infestanti.
Ortive
Le condizioni termopluviometriche del mese hanno consentito una buona produzione nelle carciofaie le quali hanno continuato ad accrescersi e svilupparsi anche a maggio. L'impraticabilità dei terreni causata dalle eccessive precipitazioni del periodo ha inoltre ritardato le operazioni di trapianto del pomodoro da industria e la semina di altre specie ortive irrigue.
Agrumi
Durante il mese di maggio gli agrumi hanno presentato la fase di inizio accrescimento dei frutti per le cultivar a media maturazione, mentre per le varietà a maturazione medio-tardiva e tardiva (tarocco, valencia late) le piante hanno presentato la fase di allegagione.
Drupacee
Il pesco ed il susino hanno mostrato la fase di invaiatura che si è protratta per circa tre settimane durante l'arco del mese. Rispetto allo scorso anno si è quindi verificato un ritardo, anche per questa fase fenologica, di circa 15 giorni, che si può attribuire alle particolari condizioni di temperatura e precipitazione dei mesi primaverili, più freschi e piovosi rispetto al 2003.
Pomacee
I meleti della trexenta hanno presentato la fase di allegagione. La produzione si presenta scarsa con pochi frutti per pianta.
Vite
Le osservazioni fenologiche effettuate nel corso del mese mostrano anche per questa specie un certo ritardo nello sviluppo della coltura attribuibile alle anomale temperature primaverili. Nelle cultivar maggiormente precoci si è riscontrata la fase di fioritura nel corso della seconda decade, mentre nelle altre cultivar s sono riscontrate le fasi di bottoni fiorali e grappoli separati (es. Cannonau). Nello stesso periodo dello scorso anno, invece, le osservazioni fenologiche avevano fatto registrare la fase di fioritura all'inizio di maggio e, successivamente, la fase di inizio allegagione, in linea con i rilievi fenologici effettuati nel 2002.
Le precipitazioni del periodo da un lato hanno rafforzato il vigore delle piante, che appaiono in buono stato, dall'altro, hanno favorito una diffusa insorgenza di infestazioni da Peronospora, come verrà meglio specificato più avanti nella sezione relativa alla difesa delle colture.
Olivo
Anche le osservazioni relative alla fenologia dell'olivo confermano un certo ritardo nello sviluppo dovuto alle anomale condizioni termo-pluviometriche del mese di maggio.
Terminato l'accrescimento del germoglio, nella prima decade, si sono succedute le fasi di inizio mignolatura, con l'emissione delle prime ramificazioni del rachide, e di sviluppo delle mignole fra la seconda e la terza decade; piccole differenze nel manifestarsi di tali fasi fenologiche sono legate prevalentemente alla cultivar considerata.
Note fitopatologiche
Anche per il mese di maggio si sono verificate condizioni ottimali per la proliferazione di insetti dannosi alle colture e per il verificarsi di scoppi epidemici di crittogame. Un po' ovunque nell'isola sono state segnalate infestazioni di un certo interesse: nel Nuorese, per esempio, sono stati segnalati gravi attacchi di Peronospora; eccezionale colatura dei fiori di vite nella Nurra di Alghero, stesso fenomeno, è stato osservato diffusamente anche sull'olivo; infine, si sono riscontrati frequenti casi Ruggine sui cereali. La situazione fitopatologica è risultata pertanto molto delicata e ha necessitato di un puntuale e preciso controllo in campo per una corretta gestione delle operazioni di difesa.
Modello di simulazione della fenologia di Lobesia botrana (Den. & Schiff.)
(Staz. di riferimento: Sorso, Olmedo, Milis, Arborea, Jerzu, Decimomannu).
Le simulazioni modellistiche hanno dato indicazione del regolare sviluppo degli stadi preimmaginali della prima generazione, su tutte le stazioni monitorare. E' da sottolineare che non si sono verificate condizioni limitanti lo sviluppo, pertanto è ipotizzabile anche per questo insetto un'annata particolarmente insidiosa.
Modello EPI per la simulazione delle epidemie da Plasmopara viticola (Berl.)
Anche per maggio rimane costante l'indicazione, da parte del modello, di condizioni di elevato rischio peronosporico. Soprattutto in due periodi, intorno ai giorni 5-6 e verso il 20, il modello EPI ha fornito indicazioni di intervento un po' per tutte le stazioni a parte qualche caso raro dove non si sono verificate precipitazioni di particolare rilievo a causa di fenomeni di variabilità microclimatica locale.
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