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Riepilogo mensile agrometeorologico di gennaio 2005
Dal punto di vista agrometeorologico il mese di gennaio è stato contraddistinto dalle precipitazioni distribuite sull'intero territorio regionale, ed in particolare nelle aree settentrionali, e per i bassi valori di temperatura registrate sul finire del mese in particolare nel settore orientale.

Precipitazioni
Il regime pluviometrico è stato caratterizzato da cumulati generalmente inferiori sia ai valori medi climatologici sia, in maniera più marcata, ai corrispondenti valori dello scorso anno (tabella 1).
Analizzando la distribuzione spaziale più in dettaglio, si evidenziano i maggiori cumulati mensili, compresi tra i 70 mm ed i 90 mm, concentrati nel settore nord-orientale ed in particolare nelle località costiere (es. stazioni di San Teodoro, Siniscola, Berchidda, Arzachena e Luras); valori di poco inferiori, compresi tra 60 e 70 mm hanno interessato in generale le località del Mejlogu e del Logudoro (es. stazioni di Bonnanaro, Chiaramonti, Ozieri e Giave).
I valori intermedi (tra 35 e 60 mm) sono stati registrati diffusamente sul territorio regionale, mentre i valori inferiori, compresi tra 15 e 35 circa, hanno interessato ampi settori del sud tra cui il basso Campidano.

Per quanto riguarda la distribuzione nell'arco del mese, il periodo piovoso si è concentrato soprattutto nella seconda metà e complessivamente si è registrato un numero di giorni piovosi variabili da 7-10 nelle aree in cui maggiori sono stati gli apporti di pioggia, fino a minimi di 4-7 giorni nelle località più deficitarie.

L'entità dei singoli eventi giornalieri non ha raggiunto quasi mai valori particolarmente rilevanti: rare risultano infatti le precipitazioni superiori a 20 mm e solamente in due occasioni sono stati raggiunti valori superiori a 30 mm. In generale oltre la metà degli eventi giornalieri registrati è risultata superiore a 5 mm, come mostra il grafico 1 raffigurante la frequenza dei valori misurati in classi dell'ampiezza di 5 mm. Per quanto riguarda l'intensità oraria, non si sono avuti picchi particolarmente elevati (generalmente attorno a 10 mm/h) anche nel caso delle precipitazioni più abbondanti.

La prima metà del mese è stata caratterizzata dall'assenza quasi totale di piogge, se si escludono rari eventi di entità trascurabile, condizione che ha favorito l'esecuzione delle operazioni colturali tipiche del periodo, quali l'ultimazione dei lavori di preparazione dei terreni e la semina e trapianto delle colture a ciclo autunno-invernale.

Evapotraspirazione e bilancio idro-meteorologico
I valori medi mensili dell'evapotraspirazione di riferimento sono risultati compresi tra 0.6 e 1.3 mm circa, nella generalità delle stazioni monitorate, con i valori più elevati nelle stazioni costiere del settore meridionale. I valori giornalieri più elevati sono stati piuttosto contenuti e non hanno mai superato i 3 mm.
Considerando le scarse perdite per evapotraspirazione e le precipitazioni diffuse derivano in generale condizioni di surplus del bilancio idrometeorologico mensile (tabella 1), ad eccezione delle località in cui sono stati registrati i minori apporti di pioggia.

Temperature
Il mese di gennaio ha presentato valori di temperatura piuttosto bassi rispetto a quanto rilevato durante lo stesso periodo dello scorso anno. Si possono distinguere due differenti periodi nel quale l'andamento delle temperature è risultato alquanto diverso: le prime due decadi infatti hanno mostrato delle notevoli oscillazioni tra i valori massimi e i valori minimi, con una tenuta dei valori massimi quasi sempre al di sopra dei 10 °C, ed i valori minimi che per molte stazioni sono stati ben al di sotto di 0 °C (es. grafici delle stazioni di Orani (grafico 2) e Villanova Strisaili (grafico 3).
Nei primi giorni della terza decade (20-24 gennaio) si sono registrati aumenti considerevoli delle temperature minime, senza grosse variazioni dei valori massimi; successivamente, nelle 24 ore a cavallo tra le giornate del 24 e del 25 gennaio, si è verificato un repentino abbassamento delle temperature.

L'analisi delle minime assolute (tabella 2) pone in risalto le minime estreme registrate dalle stazioni di Villanova Strisaili, Gavoi e Sadali, che hanno raggiunto rispettivamente -11.0, -10.1 e -9.5 °C. Un aspetto interessante dal punto di vista agrometeorologico, è la permanenza dei valori al di sotto di particolari soglie (nella fattispecie 0 °C, -3 °C e -5 °C): le tre stazioni sopraccitate hanno registrato temperature al di sotto di - 5 °C per 86, 46 e 13 ore totali mensili, rispettivamente, con una persistenza durante lo stesso giorno di 13, 9 e 7 ore! Considerando la soglia 0 °C, le ore di temperature minime aumentano notevolmente, superando di gran lunga le 100 ore per ben 11 stazioni, con le somme più elevate riscontrate nelle stazioni di Villanova Strisaili (323 ore), Gavoi (269) Illorai (238), Giave (199) e Sadali (185).

Elaborazioni specifiche e considerazioni agro-fenologiche

Cereali e foraggere
Erbaio - gennaio 2005 Nel corso del mese sono state ultimate le semine dei cereali autunno-vernini anche in virtù del prolungato periodo senza piogge nella prima quindicina, che ha consentito di portare i terreni al giusto stato di tempera dopo le abbondanti precipitazioni di dicembre. Le temperature piuttosto rigide hanno comportato un ritardo nell'emergenza delle piantine e laddove si sono verificati valori termici inferiori a 0 °C per diverse ore consecutive si è inoltre avuto un arresto della crescita della piantine in fase di accestimento.

Nelle principali aree cerealicole dell'isola non sono state registrate temperature prossime alla soglia critica delle diverse specie (intorno a -8 °C/-10 °C) e quindi non dovrebbero essersi verificati problemi e danni da freddo nelle piante che, peraltro, in questo stadio di sviluppo sono caratterizzate dalla massima resistenza alle basse temperature.

Le condizioni termiche del mese in generale hanno determinato una situazione di stasi vegetativa anche nelle specie presenti nei pascoli naturali e negli erbai e prati coltivati. Nelle zone in cui le temperature sono state più rigide, in particolare in collina e sui rilievi, si sono verificati ingiallimenti e necrotizzazioni più o meno estese a carico dell'apparato fogliare.
Tali sintomi hanno riguardato soprattutto le specie appartenenti alla famiglia delle leguminose che notoriamente tollerano meno le basse temperature, rispetto alle graminacee.

Anche il bestiame al pascolo, come espresso nel paragrafo riguardante l'indice di freddo, può aver risentito delle persistenti condizioni termiche critiche del mese. I maggiori disagi hanno riguardato gli animali più piccoli, in quanto più sensibili al freddo, e quelli allevati nelle aree più interne e poste ad alta quota come nei pressi delle stazioni di Illorai e Sadali in cui per diversi giorni consecutivi sono state registrate minime al di sotto di -4 °C.

Le conseguenze dovute a tale condizione di disagio fisiologico sono rappresentate, ad esempio, da una minore produzione di latte o da un minore accrescimento corporeo a meno che gli animali non siano stati adeguatamente riparati o alimentati con una razione sufficientemente energetica.

Vite
Durante il mese la coltura si trovava in fase di riposo vegetativo, pertanto in generale non ha risentito dei minimi termici registrati.
Per alcune varietà sono state compiute le tradizionali operazioni di pre-potatura e potatura: queste, programmate mediamente nel corso della seconda decade, a causa delle intense precipitazioni e alla conseguente impraticabilità dei terreni sono state in molti casi posticipate alla terza decade.

Olivo
In generale, le basse temperature non dovrebbero aver arrecato danni negli oliveti: le piante cominciano ad essere danneggiate quando le temperature minime scendono per alcune ore al di sotto dei -5°C (La soglia di danno permanente è pari a -10, -15°C), condizioni che nelle aree olivicole della Sardegna solitamente non si riscontrano.

Nonostante questo, nelle aree dove c'è un ritardo nelle operazioni di raccolta, le drupe ancora pendenti possono aver subito alterazioni capaci di influenzare negativamente il prodotto finale in termini qualitativi.

Agrumi
Nel comprensorio agrumicolo del medio Campidano, si sono concluse le operazioni di raccolta per le varietà a media maturazione di arancio (Washington Navel e Naveline), mentre ha avuto inizio la raccolta per la varietà Tarocco. Le varietà più tardive della stessa specie si trovavano nella fase di invaiatura (es. Valencia Late).
Per gli agrumi, possono essersi verificati problemi di asfissia radicale e conseguenti manifestazione di clorosi, causata dal ristagno idrico soprattutto su piante innestate su Trojer, mentre le basse temperature e le gelate non dovrebbero aver causato danni alle specie.

Drupacee
Nel corso del mese si sono ultimati i lavori di potatura, accompagnati da trattamenti a base di sali di rame. Sono stati riscontrati danni da freddo con necrosi delle gemme apicali solo negli impianti più spinti attraverso concimazioni azotate molto consistenti. Sono state osservate le prime fioriture di mandorlo.

Somme termiche
Le somme termiche calcolate per il mese di gennaio mostrano i valori più elevati lungo le aree costiere dell'isola (tabella 3). I maggiori accumuli con soglia superiore a 0 °C sono stati registrati nella parte nord-occidentale e nord-orientale della Sardegna con 291 GDD di Stintino, 290 GDD di Sorso e 282 GDD di Orosei, e nel litorale del Sarrabus-Gerrei con 278 GDD misurati a Muravera.
Nelle stazioni di Orosei, Sorso e Muravera, inoltre, sono stati registrati più di 20 GDD al di sopra della soglia di 10 °C. Le stazioni più "fredde" sono risultate quelle delle zone più interne dell'isola soprattutto nella parte centro-orientale: in particolare meritano di essere evidenziati i valori calcolati su base 0 °C di Bitti, Sadali e soprattutto Villanova Strisaili, rispettivamente pari a 110, 103 e 60 GDD. Inoltre, sono risultate in numero elevato le stazioni che nel corso del mese hanno fatto registrare accumuli termici nulli sopra i 10 °C (es. Atzara, Bitti, Giave e Luras).

Rispetto al gennaio 2004 si può evidenziare in generale un minore accumulo termico come conseguenza delle basse temperature di quest'anno. Le maggiori differenze in base 0°C sono state registrate nelle stazioni di Orani, Jerzu, Giave e Benetutti con più di 60 GDD di scarto mentre i minori scostamenti hanno riguardato le stazioni di Bitti e Aglientu. Nel caso delle sommatorie con soglia 10 °C gli scarti più elevati sono stati riscontrati nelle stazioni di Jerzu e Stintino mentre in alcuni casi (Arborea, Bitti e Macomer) sono stati registrati valori praticamente simili allo scorso anno.

Se si analizzano invece le sommatorie termiche calcolate per il quadrimestre ottobre 2004-gennaio 2005 si può osservare come i valori maggiori siano stati accumulati nelle stazioni di Cagliari, Masainas, Muravera, Sorso e Stintino con più di 1700 GDD in base 0 °C ed oltre 500 GDD in base 10 °C (tabella 4). Le basse temperature di gennaio hanno tuttavia permesso di ridurre il divario termico rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. In alcuni casi si è verificata un'inversione di tendenza come per le stazioni di Valledoria e Villa san Pietro che hanno registrato minori accumuli rispetto al 2002-2003.

Indice di freddo (WCI)
L’elaborazione del Wind Chill Index per il mese di gennaio ha consentito di identificare le aree in cui, in termini generali, si è potuta verificare una situazione di disagio fisiologico per il bestiame al pascolo. Nelle stazioni di Bitti, Luras, Villasalto, Illorai, Sadali, Putifigari, Macomer e Scano Montiferro sono state totalizzate più di 200 ore mensili con Wind Chill compreso nell'intervallo di disagio (tabella 5). Come si può osservare dalla tabella le condizioni più critiche hanno riguardato le stazioni di Bitti, Luras e Villasalto con 334 ore, 278 ore e 265 ore, rispettivamente.

Situazioni meno preoccupanti si sono, invece, verificate nelle zone più vicine alla costa (es. stazioni di Jerzu, Villa San Pietro Orosei e Dorgali Filitta) ed in località dell'interno (es. Allai) in cui sono state registrate meno di 10 ore di disagio in tutto il mese. Tra i giorni 19 e 31 l'indice ha assunto i valori più bassi del periodo facendo evidenziare, pertanto, una condizione ancora più critica. Per esempio, nella stazione di Bitti complessivamente sono state registrate 136 ore di elevato disagio, delle quali 19 ore accumulate solamente il giorno 25 e 16 ore il giorno 30. Sempre per lo stesso periodo si ricordano le 46 ore di Macomer e le 42 ore di Sadali con un massimo di 17 ore registrato in entrambe le stazioni il giorno 19 gennaio. Sempre nello stesso giorno si ricordano anche le 18 ore registrate a Illorai e le 15 ore di Villasalto. Nel corso del mese sono, inoltre, state registrate alcune ore al di sopra della soglia di possibile congelamento in seguito ad esposizione prolungata con le 7 ore accumulate a Bitti (4 ore il 19 e 3 ore il 25) e 1 ora a Macomer. Non sono state riscontrate ore nell’intervallo di congelamento in alcuna delle stazioni esaminate.



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