Riepilogo mensile agrometeorologico di marzo 2005
Il mese di marzo è stato caratterizzato inizialmente da temperature particolarmente rigide e da precipitazioni diffuse, e successivamente da un prolungato periodo di tempo stabile interrotto sul finire del mese da una nuova fase perturbata contraddistinta da precipitazioni temporalesche.
Precipitazioni
Le precipitazioni del mese si sono per lo più concentrate nei primi 7-8 giorni ed hanno interessato primariamente il settore centrale e centro-settentrionale; In queste località, dalla fascia costiera occidentale a quella orientale sono caduti complessivamente da 50 ad oltre 80 mm/m (es. stazioni di Scano di Montiferro, Giave, Illorai, Berchidda, Nuoro, Orgosolo, Gavoi e Jerzu) Il valore mensile più elevati è stato totalizzato dalla stazione di Nuoro, in virtù soprattutto dell'evento temporalesco verificatosi nel settore centrale dell'isola l'ultimo giorno del mese. In generale nelle aree in cui è piovuto maggiormente si sono verificati circa 6-9 eventi piovosi.
Le località in cui è piovuto meno, mediamente 15-30 mm/m distribuiti su 4-7 eventi piovosi, sono localizzate nel settore nord-occidentale (es. stazioni di Olmedo, Sassari e Valledoria) ed in maniera estesa nell'oristanese e nel meridione (es. stazioni di Gonnosfanadiga, Sardara, Guasila, Samassi e Masainas).
Esaminando i singoli dati giornalieri si può dedurre che nella maggior parte dei casi si è trattato di piogge di scarsa consistenza e di limitata efficacia ai fini del rifornimento idrico dei suoli: elevata risulta infatti la frequenza di valori inferiori a 10 mm/d (oltre l'87% dei valori registrati dall'intera rete) nonché dei valori al di sotto di 5 mm/d (oltre il 66%), come si può osservare nel grafico 1 allegato.
I valori massimi giornalieri registrati durante il mese si attestano generalmente tra 20-30 mm/d, ad eccezione della stazione di Nuoro dove, come si è detto l'ultimo giorno del mese si è registrato 43.2 mm/d.
Durante l'evento temporalesco verificatosi nel settore centrale nell'ultimo giorno, si sono misurati valori di intensità orarie elevate: 21.8 mm/h, nella stazione di Nuoro (grafico 2) e 13.6 mm/h nella stazione di Illorai (grafico 3). Tali condizioni possono aver arrecato danni alle colture per l'azione diretta e fenomeni erosivi nelle aree in pendenza particolarmente vulnerabili.
Evapotraspirazione e bilancio idro-meteorologico
Durante il mese di marzo l'evapotraspirazione di riferimento ha mostrato valori medi mensili compresi tra 1.6 mm/d per la stazione di Bitti e 2.6 mm/d circa per quella di Domus de Maria. I valori massimi giornalieri sono risultati piuttosto contenuti e solo nella stazione di Domus de Maria si sono raggiungenti 4 mm/d, il giorno 16.
Considerando le perdite evapotraspirative e le precipitazioni, il bilancio idro-meteorologico mensile mostra condizioni di surplus limitatamente nelle aree del settore centrale (es. stazioni di Nuoro e Illorai), mentre per le rimanenti zone si hanno condizioni di deficit di diversa entità, in particolare nel settore nord-occidentale (tabella 1).
Tali condizioni risultano differenti rispetto allo scorso anno, in virtù delle precipitazioni mediamente più abbondanti registrate nel 2004.
Temperature
L'analisi delle temperature mostra un regime termico complessivo con valori di poco inferiori rispetto alle condizioni medie climatologiche, soprattutto a causa dei bassi valori delle temperature minime. Tuttavia l'evoluzione delle temperature nell'arco del mese è stata a dir poco anomala: dai valori tipicamente invernali registrati fino alla metà del mese, si è passati a valori superiori alle medie climatiche del periodo in particolare nella terza decade, che in buona parte hanno compensato il deficit termico iniziale.
Nella prima parte del mese le temperature in assoluto più basse, inferiori a -10 °C, sono state misurate nella stazione di Gavoi, in particolare nei giorni 2, 8 e 9 con -10.7, -10.9 e -10.1°C, rispettivamente. Sempre nella prima decade intense gelate si sono verificate in alcune località interne come Benettuti, Chilivani, Giave, Illorai, Macomer, Ottana, Sadali e Villanova Strisaili, dove sono state raggiunte minime inferiori a -5 °C anche per più giorni. Nella tabella 2 sono riportati i valori minimi mensili registrati nel corso del mese nonché la permanenza delle temperature al di sotto delle soglie 0, -3 e -5 °C.
In particolare, come mostra la tabella, la stazione di Villanova Strisaili nel corso del mese ha misurato un totale di 204 ore con temperature negative, e ben 18 ore al di sotto di -5 °C. Nella stessa tabella si può inoltre evidenziare la diffusione delle delle condizioni termiche critiche nelle varie aree della Sardegna: in 11 stazioni si sono registrate temperature orarie inferiori a -3 °C ed in alcuni casi si è superata la soglia di -5 °C.
Nella prima decade del mese sono risultate complessivamente 40 le stazioni che hanno registrato temperature negative, mentre in 15 stazioni, per la maggior parte localizzate nei territori costieri, le temperature sono state relativamente miti e non si sono registrati valori medi orari inferiori allo zero.
L'analisi della seconda parte del mese mostra invece condizioni diametralmente opposte. Fra il 15 e il 22 si è avuta una settimana con temperature in aumento che hanno portato nella terza decade a registrare valori particolarmente elevati in tutta la Sardegna: la stazione di Zeddiani ha registrato 26.5 °C il giorno 23, mentre Ottana ha raggiunto 25,4 °C il giorno 25. Nel corso della terza decade oltre il 50% delle Stazioni ha registrato temperature superiori a 22 °C, per più giorni.
Elaborazioni specifiche e considerazioni agro-fenologiche
Cereali e foraggere
Il miglioramento delle condizioni meteorologiche soprattutto nel corso della seconda metà del mese ha consentito una ripresa graduale dell'accrescimento e dello sviluppo delle diverse specie cerealicole piuttosto sofferenti in seguito alle basse temperature e alle piogge abbondanti e persistenti che hanno caratterizzato i mesi invernali. Le piante che durante il mese hanno raggiunto la fase di levata hanno tuttavia fatto osservare un certo ritardo fenologico rispetto alla media degli ultimi anni. Se si considerano le principali aree cerealicole dell'isola le coltivazioni non hanno presentato particolari problemi anche perché le temperature si sono sempre mantenute al di sopra della soglia critica relativa a tale fase di sviluppo (-4, -5 °C) e le precipitazioni, in generale inferiori alla climatologia, non hanno aggravato il problema della sovrasaturazione dei terreni osservato a febbraio.
E' stata inoltre osservata una ripresa seppur lenta delle diverse specie da foraggio soprattutto nelle aree collinari e di pianura e lungo i litorali costieri mentre nelle zone ad alta quota la ripresa è avvenuta più in ritardo per il verificarsi nella prima decade del mese di temperature di diversi gradi al di sotto di 0 °C.
Nelle zone in cui i terreni hanno raggiunto lo stato di temperatura sono iniziate le lavorazioni per la preparazioni dei terreni alla semina delle specie a ciclo primaverile-estivo.
Carciofo
Durante il periodo in esame molte delle piante gravemente danneggiate dalle gelate invernali hanno ripreso la loro attività vegetativa. Per quanto concerne la produzione, il calibro dei tagli di marzo non è risultato inferiore a quello dei mesi precedenti, contribuendo a mantenere il prezzo interessante; l'annata non si è ancora chiusa e continuano i tagli.
Colture ortive
Durante il mese sono iniziate le operazioni di preparazione dei terreni per il trapianto delle colture ortive primaverili-estive.
Agrumi
Nel mese di marzo le specie monitorate hanno mostrato la fase di ripresa vegetativa. Nelle aree agrumicole del medio Campidano è continuata la raccolta delle arance della varietà Tarocco. La varietà più tardiva, il Valencia late, risultava ancora in fase di maturazione e la raccolta è prevista per la fine di aprile-inizio di maggio.
Drupacee
Nel pesco si è osservata la fase di ripresa vegetativa-ingrossamento delle gemme per le cultivar medio-tardive, mentre le varietà più precoci presentavano già la piena fioritura. A causa delle basse temperature (soprattutto nei valori minimi) gli attacchi di patogeni sono risultati piuttosto limitati.
Il ciliegio e il susino hanno mostrato la fase di fioritura, con differenze dovute anche per queste specie alla maggiore o minore precocità delle cultivar.
Tra le pratiche colturali, vi è da sottolineare l'inizio degli interventi fertilizzanti con prodotti a base di azoto a lenta cessione (urea, nitrato ammonico). Laddove è possibile entrare in campo con le macchine, si provvede alla trinciatura delle specie nell'interfila, per evitare che molte delle infestanti vadano a seme.
Vite
Nella prima decade di marzo si è assistito al risveglio vegetativo, si è passati cioè dalla fase di quiescenza a quella di rigonfiamento delle gemme. Lo sviluppo delle gemme all'interno delle bratte ha fatto si che le gelate registrate in questo periodo non abbiano determinato danni nelle aree viticole.
Nel corso della seconda decade si è giunti alla fase di gemma cotonosa. A fine mese in tutte le aree sottoposte a monitoraggio è stata rilevata la fase di punte verdi e distanziamento delle foglie, con un ritardo di circa una decade rispetto agli anni precedenti. Analizzando i dati delle stazioni SAR, appare evidente come questo ritardo sia attribuibile alle rigide temperature invernali protrattesi sino a metà marzo. Queste hanno avuto un effetto di contenimento dello sviluppo vegetativo sulla vite. Da metà marzo in poi si è registrata, in seguito all'innalzarsi repentino delle temperature, un'elevata vigoria vegetativa che ha portato ad un parziale recupero nello sviluppo vegetativo.
Tale situazione può essere analizzato attraverso il calcolo delle "unità di caldo", espresse in termini di GDH (growing degree hours), parametro che consente di quantificare la disponibilità termica necessaria allo sviluppo vegetativo nel periodo post-dormienza.
L'analisi evidenzia vede come la stazione SAR di Samassi abbia registrato un accumulo di 4151 GDH nel corso del mese, il 28% nel corso della prima quindicina, il 72% nel corso della seconda; analogamente, la stazione di Olmedo ha registrato un accumulo mensile di 4033 GDH, il 31% nel corso della prima quindicina, il 69% nel corso della seconda. A Luras l'accumulo nel corso della prima quindicina di marzo è pari, addirittura, al 16% del totale dei 3218 GDH totali mensili, ben 84% nella seconda metà del mese. Confrontando i GDH delle stazioni SAR fra il 2005 e gli anni precedenti si evince, in particolare, come non ci sia una differenza particolare da un punto di vista quantitativo di GDH nei diversi anni ma solo un diversa distribuzione, più concentrata nell'ultima quindicina per il 2005, più distribuita nell'arco del mese nel 2004 e nel 2003.
Olivo
Per alcune delle varietà sottoposte a monitoraggio si è rilevata, nella prima decade del mese, l'inizio della ripresa vegetativa, con la formazione dei primi germogli. Il fabbisogno in freddo accumulato nel corso dell'inverno è risultato più che sufficiente a garantire un corretto avvio del ciclo vegetativo dell'olivo in tutti gli areali di coltivazione.
Sommatorie termiche
L'analisi delle sommatorie termiche per il mese di marzo (tabella 3) ha rivelato un andamento delle temperature abbastanza in linea con quanto osservato lo scorso anno. Per quanto riguarda gli accumuli termici in base 0 °C si è osservato un leggero ritardo nelle aree della costa nord-orientale e meridionale dell'isola, come Valledoria, Decimomannu e Arzachena mentre è stato registrato un anticipo nelle località più interne come Bitti, Sadali e Villasalto.
Nel caso invece delle sommatorie con soglia superiore a 10 °C la maggior parte delle stazioni agrometeorologiche (circa l'80%) ha fatto osservare valori superiori rispetto allo scorso marzo. Nel corso del mese i maggiori accumuli hanno riguardato le stazioni di Cagliari, Masainas e Domus de Maria che hanno totalizzato più di 330 GDD in base 0 e più di 60 GDD in base 10 °C mentre in linea con quanto riportato nei mesi precedenti le stazioni più fredde sono risultate Illorai e Villanova Strisaili.
Se si analizzano i dati del trimestre gennaio-marzo (tabella 4) viene confermata la tendenza osservata anche nello scorso mese ovvero la presenza di un netto ritardo termico per le somme in base 0 °C rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Le temperature non elevate del mese hanno anche in molti casi accentuato il divario termico già osservato durante il bimestre gennaio-febbraio.
Anche in questo caso le aree che hanno mostrato i valori maggiori sono risultate quelle più vicine ai litorali come Sorso, Siniscola, Orosei e Muravera che hanno totalizzato più di 840 GDD al di sopra di 0 °C e più di 85 GDD al di sopra di 10 °C.
Il calcolo delle sommatorie termiche calcolate dal mese di ottobre (tabella 5), infine, ha confermato il ritardo termico osservato per le sommatorie in base 0 °C mentre i valori in base 10 °C sono risultati superiori rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
I valori più elevati si sono avuti nelle stazioni costiere di Sorso, Muravera, Orosei e Stintino con oltre 2280 GDD in base 0 °C e più di 600 GDD in base 10 °C mentre tra le stazioni che hanno accumulato meno si ricordano Sadali e Illorai.
Wind chill index
L'indice Wind Chill calcolato per il mese di marzo ha mostrato i valori più critici nelle aree più interne e nelle zone più montuose dell'isola. Nelle stazioni di Bitti, Illorai, Sadali, Putifigari, Macomer e Luras si sono, infatti, verificate rispettivamente ben 134 ore, 52 ore, 37 ore, 26 ore, 22 ore e 21 ore di "elevato disagio" per il bestiame al pascolo. A Sadali e Bitti, in particolare, sono state, inoltre, riscontrate nel corso della prima decade del mese 5 ore e 2 ore rispettivamente all'interno dell'intervallo che indica un possibile congelamento in seguito a esposizione prolungata.
Analizzando nel dettaglio i dati elaborati, le stazioni che hanno fatto rilevare il maggiore pericolo per la salute degli animali sono risultate Bitti con 95 ore di "elevato disagio" cumulate solamente tra il 5 e il 13 marzo e Illorai con 51 ore registrate tra il primo e il 6 marzo.
In termini assoluti le giornate più critiche sono risultate il primo e il 5 marzo. Il primo marzo si ricordano le 5 ore di Sadali nell'intervallo di "possibile congelamento" e le 23 ore di Bitti e le 17 di Luras all'interno della soglia di "elevato disagio". Il 5 marzo sempre a Bitti sono state cumulate 23 ore di elevato disagio e una nell'intervallo di "possibile congelamento" mentre nelle stazioni di Illorai e Luras sono state registrate rispettivamente 20 ore e 18 ore di "elevato disagio".
Le zone in cui si è registrato un minor rischio per il bestiame, come si evince dalla tabella 6, sono risultate quelle poste a quote più basse e soprattutto localizzate lungo i litorali costieri come ad esempio Orosei, Villa San Pietro e Decimomannu in cui per tutto il mese non è mai stata superata la soglia di "disagio" fisiologico.
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