Riepilogo mensile agrometeorologico di aprile 2005
Il mese di aprile, che dal punto di vista meteorologico normalmente chiude la "stagione piovosa", è trascorso per buona parte all'insegna della variabilità, con ampie oscillazioni delle temperature ed alternando giornate soleggiate ad eventi temporaleschi. Solo nell'ultima decade le condizioni si sono stabilizzate e le temperature sono progressivamente aumentate.
Precipitazioni
Dal punto di vista pluviometrico la rete di stazioni SAR ha registrato frequenti episodi concentrati nelle prime due decadi. I valori totali mensili sono risultati piuttosto elevati sia nelle aree costiere meridionali che nelle località montuose interne del settore centrale: in particolare le stazioni di Villa S. Pietro, Domus de Maria, Villanova Strisaili, Jerzu e Muravera hanno registrato valori compresi circa tra 140 e 240 mm, quindi ben superiori ai corrispondenti dati climatici trentennali. Altre stazioni, tra le quali Gavoi, Atzara, Illorai, Nuoro, Bitti, Sadali e Gonnosfanadiga hanno registrato valori complessivi rilevanti, compresi tra 100 e 140 mm. Nelle restanti località le stazioni hanno registrato valori più contenuti, compresi tra 40 e 100, con i cumulati inferiori che hanno interessato la parte settentrionale dell'isola.
Esaminando i singoli valori giornalieri risultano piuttosto frequenti le precipitazioni moderate, tra 10 e 40 mm (circa un terzo del totale di giorni piovosi), mentre non sono state particolarmente abbondanti le piogge di minore entità (inferiori a 5 mm). Il grafico 1 raffigura la frequenza dei valori misurati in classi dell'ampiezza di 5 mm.
Tra gli eventi piovosi più significativi meritano un particolare risalto le abbondanti precipitazioni registrate nei primi giorni, in conseguenza di un flusso umido proveniente da sud-est che ha investito la parte meridionale dell'isola e principalmente le aree del Sulcis, del Sarrabus e dell'alto Campidano. In particolare, nelle località costiere meridionali direttamente esposte ai flussi sud-orientali, specialmente quelle prospicienti importanti rilievi orografici, sono stati registrati eventi piovosi di entità elevata, al punto che in soli tre giorni è stata superata notevolmente la media climatica dell'intero mese.
Dal 3 al 5 aprile, infatti, nelle stazioni di Villa San Pietro e di Domus de Maria, ubicate nel settore occidentale, sono piovuti complessivamente 217.6 e 200.0 mm (con valori giornalieri di 88.0, 82.2, 47.4 mm/d e 51.6, 76.0 e 72.4 mm/d rispettivamente per Villa San Pietro e Domus de Maria). Anche le stazioni dislocate lungo la costa orientale, ai piedi dei rilievi montuosi, hanno registrato abbondanti precipitazioni negli stessi giorni: nella fattispecie Muravera e Jerzu che hanno totalizzato 124.8 e 111.0 mm, rispettivamente (in dettaglio 33.8, 54.2 e 36.8 mm/d per Muravera e 39.4, 55.0 e 16.6 mm/d per Jerzu, nei giorni 3-4-5).
Come accennato, anche altre stazioni del meridione hanno misurato piogge significative, in virtù soprattutto delle precipitazioni del giorno 4 (valori compresi tra 40 e 60 mm/d circa): è il caso di Gonnosfanadiga, con 75.2 mm, Sardara, 82.0 mm e Guasila, 59.6 mm nell'alto Campidano, ed Iglesias, con 58.8 mm, nel settore occidentale.
Nel caso degli eventi piovosi più consistenti, l'analisi dei dati orari evidenzia anche altri aspetti interessanti riguardanti la durata del fenomeno e le intensità orarie: la pioggia ha avuto inizio nella mattina del giorno 3 e si è protratta incessantemente fino a quella del 5, per un totale di oltre 50 ore consecutive, mentre i valori di intensità hanno raggiunto picchi di 18.2 e 25.2 mm/h per Domus de Maria e Villa San Pietro, risultando invece più contenuti nel versante orientale, con 6.4 e 6.4 mm/h, rispettivamente per Muravera e Jerzu.
In conclusione, considerando l'abbondanza delle precipitazioni e l'elevata intensità che ha contraddistinto gli eventi piovosi più rilevanti, si comprendono le ragioni dei gravi danni arrecati alle infrastrutture, alle strutture produttive e alle coltivazioni, sia nelle aree maggiormente colpite che nei territori posti a valle.
Evapotraspirazione
I valori di evapotraspirazione calcolati per le diverse stazioni della rete SAR risultano compresi tra 2.5 e 3.0 mm, circa. I valori massimi giornalieri si sono avuti negli ultimi giorni del mese ed hanno raggiunto in alcuni casi valori superiori a 5mm/giorno (es. stazioni di Domus de Maria e Modolo, 5.8 e 5.1 mm rispettivamente).
Nel grafico 2 sono raffigurati i valori giornalieri per 4 stazioni rappresentative di diversi areali e risulta evidente l'andamento altalenante con le brusche riduzioni, in concomitanza degli eventi di pioggia più significativi.
Bilancio idro-meteorologico
Il bilancio idro-meteorologico mensile grazie alle abbondanti precipitazioni, evidenzia una condizione generalizzata di surplus idrico per le aree in cui le piogge sono state più abbondanti mentre per i settori più carenti (es. località nord-occidentali) si evidenzia una condizione di moderato deficit idrico (tabella 1).
La stessa tabella mostra una netta differenza del bilancio tra il mese in esame ed il corrispondente periodo dello scorso anno, sia per la minore evapotraspirazione e soprattutto per le precipitazioni in generale superiori nel 2004.
Elaborazioni specifiche e considerazioni agro-fenologiche
Cereali e foraggere
Le condizioni meteorologiche del mese hanno garantito un buono sviluppo delle diverse specie cerealicole che in tutta l'isola hanno raggiunto la fase di spigatura. Nelle principali aree di coltivazione, infatti, non si sono mai verificate temperature al di sotto delle soglia critica per quella specifica fase fenologica (intorno ai 0 °C) e rispetto a quanto si verificò lo scorso anno le precipitazioni non sono stati così abbondanti da determinare problemi alle colture.
Con l'innalzamento delle temperature si è inoltre verificato un incremento dello sviluppo e dell'accrescimento delle colture foraggere sia spontanee che coltivate che ha garantito un'abbondante disponibilità di foraggio fresco per il bestiame al pascolo ed una buona prospettiva per la realizzazione di scorte alimentari. In molte aree è stata inoltre osservata la fase di fioritura per le leguminose e l'inizio della spigatura per le graminacee e pertanto laddove le condizioni meteorologiche lo hanno consentito sono iniziate le prime operazioni di sfalcio e affienamento del foraggio.
Nel corso del mese sono inoltre incominciate le lavorazioni per la preparazione dei terreni alla semina delle specie a ciclo primaverile-estivo.
Colture ortive
Le operazioni di trapianto, sia per il pomodoro da industria che per le altre ortive di pieno campo, hanno subito un certo ritardo rispetto alla normalità a causa delle piogge cadute nella prima parte del mese e la conseguente impraticabilità dei campi da parte delle macchine operatrici. Nella seconda metà del mese, con il miglioramento delle condizioni meteo, la accessibilità dei campi è migliorata favorendo così l'attività delle macchine operatrici. Per quanto riguarda le coltivazioni di pomodoro da industria, i primi trapianti sono previsti per la prima decade di maggio.
Agrumi
Nel mese di aprile si sono completate le fasi di raccolta delle cultivar più tardive di arancio, quali Valencia Late e Tarocco. Le piante si trovavano in fase di allegagione, mentre in alcuni casi si sono verificati dei leggeri ritardi nell'epoca di fioritura dovuti alla ritardata ripresa vegetativa negli areali caratterizzati da terreni resi asfittici dalle precipitazioni dei mesi invernali.
Drupacee
Durante il periodo considerato, le principali cultivar di pesco più precoci si trovavano in fase di allegagione, mentre le varietà a maturazione medio-tardiva si trovavano nella fase di inizio ingrossamento dei frutti. Inoltre, altre due drupacee importanti per la produzione frutticola del periodo, come il ciliegio e il susino, si trovavano in fase di ingrossamento dei frutti. Nel caso del susino, il panorama varietale più ampio mostra differenze maggiori nelle fasi di sviluppo delle piante e nell'accrescimento dei frutti, mentre la minore scalarità di produzione nel ciliegio porterà ad una maturazione quasi contemporanea per gran parte della produzione. Nonostante le abbondanti precipitazioni dei mesi precedenti, nella seconda metà del mese in alcune aree si è intervenuto con interventi irrigui, che, seppur modesti, hanno garantito il mantenimento di sufficienti disponibilità idriche per le piante e un buon accrescimento dei frutti.
Vite
Nel corso del mese nelle principali aree vitivinicole sarde le fasi fenologiche prevalenti nel corso della prima decade sono risultate quelle di punte verdi ed allungamento dei germogli, di foglie distese nella seconda decade e di grappoli visibili nella terza.
Il confronto fra la fenologia osservata nel periodo in esame mostra una sostanziale equivalenza rispetto allo stesso mese del 2004.
In alcune aree con terreni argillosi le precipitazioni hanno generato una condizione di temporanea asfissia radicale e le piante hanno mostrato un'evidente sofferenza. Le condizioni idriche dei suoli hanno determinato un elevato vigore vegetativo generale (come si evince anche dall'analisi dell'indice NDVI) e anche della vitis vinifera. I vigneti hanno necessitato, allora, di un lavoro di contenimento di erbe infestanti superiore alla norma, risolto nella maggioranza dei casi con diserbo chimico superficiale, come avvenuto nel vigneto in foto, nel corso della seconda decade di aprile.
Olivo
Le piante di olivo hanno raggiunto un eccellente vigore vegetativo grazie alle favorevoli condizioni di umidità dei suoli conseguenti alle abbondanti precipitazioni, ed al regime termico favorevole allo sviluppo. Nel corso della terza decade del mese è stato rilevata la formazione del 4-5° verticillo fogliare in tutte le principali aree olivicole.
Note fitopatologiche
Le basse temperature dei primi del mese hanno ostacolato, posticipandola, l'attività degli insetti dannosi alle colture. Le continue precipitazioni hanno tuttavia consentito lo sviluppo di un'abbondante copertura vegetale, sopratutto spontanea, determinando in tal modo condizioni favorevoli ad ospitare popolazioni di insetti dannosi. Partendo da una tale situazione di campo, il successivo innalzamento delle temperature registrato nella terza decade ha avuto un rilevante impatto dal punto di vista fitopatologico: con l'assestarsi dei valori medi giornalieri sopra i 10°C si è favorito il risveglio degli insetti dalla diapausa invernale e quindi le prime infestazioni sulle colture, in particolare per quanto riguarda gli afidi e le cocciniglie.
Dal punto di vista delle crittogame può essere risultato critico il periodo intorno al 25 di aprile, in quanto le elevate temperature unitamente alle nebbie notturne causate dalla totale assenza di vento possono aver determinato condizioni idonee allo sviluppo di epidemie da Plasmopara viticola sulla vite anche se questa ancora non si trovava in condizioni vegetative tali da giustificare un intervento anticrittogamico.
Modello di simulazione della fenologia di Lobesia botrana (Den. & Schiff.)
(Staz. di riferimento: Sorso, Olmedo, Milis, Arborea, Jerzu, Decimomannu).
Le simulazioni modellistiche confermano un ritardo dei primi sfarfallamenti così come osservato anche per le colture, anche dell'ordine di 20 giorni rispetto all'anno scorso. I voli dei primi adulti vengono simulati nella stazione di Sorso e Milis intorno al 20 aprile, a seguire Jerzu e Decimomannu (28 aprile) ed infine Olmedo dove per l'intero mese le simulazioni non hanno indicato alcuna attività dell'insetto. Oltre al ritardo è da segnalare come in aprile non si siano verificate condizioni termiche favorevoli alle ovideposizioni: queste hanno luogo quando le temperature medie si assestano al di sopra di 15°C, valore che rappresenta la soglia di fecondità di questa specie.
Modello EPI per la simulazione delle epidemie da Plasmopara viticola (Berl.)
La piovosità del periodo ha determinato condizioni di rischio di infezioni peronosporiche per la coltivazione della vite, sopratutto in due periodi, nei primi giorni del mese e nella terza decade. Tuttavia, solo nel secondo caso, per il concomitante incremento delle temperature, il modello ha dato indicazione del superamento della soglia di rischio. E' tuttavia da rimarcare che la vite si trovasse nella maggior parte delle aree di coltivazione ancora in una fase arretrata dello sviluppo vegetativo pertanto non sensibile agli attacchi da Peronospora.
Indice di vegetazione - NDVI
La mappa relativa all'Indice di Vegetazione NDVI, che esprime la biomassa fotosinteticamente attiva sfruttando la diversa risposta della copertura vegetale alle bande spettrali del visibile (rosso) e dell'infrarosso vicino, mostra ad aprile il 45% del territorio con valori elevati, superiori a 0.6. Dal confronto con le mappe dei due anni precedenti, come mostra la figura, si osserva come l'elaborazione per il mese in esame risulti sensibilmente più "verde"; nell'aprile 2004 infatti solo il 30.5% del territorio superava il valore di 0.6 mentre nell'anno precedente si raggiungeva solo il 7.4%.
Somme termiche
L'elaborazione delle sommatorie termiche relative al mese di aprile ha fatto osservare un maggior accumulo di gradi giorno rispetto allo scorso anno. Solo in alcune stazioni localizzate nella costa settentrionale ed orientale, come Arzachena, Valledoria e Siniscola, sono stati riscontrati valori in controtendenza. Le sommatorie più elevate sono state calcolate lungo i litorali costieri, principalmente del Sulcis-Inglesiente e del Campidano di Cagliari: nelle stazioni di Cagliari, Masainas, Sorso, Villa san Pietro, Milis, Siniscola e Domus de Maria, infatti, in cui sono stati superati i 400 GDD in base 0 e i 100 GDD (tabella 2).
Rispetto alla climatologia (tabella 2) aprile è stato caratterizzato prevalentemente da un ritardo termico che ha riguardato soprattutto le sommatorie in base 0 e le stazioni di Villanova Strisaili, Valledoria, Arzachena e Olmedo. Valori leggermente più alti della media sono stati riscontrati solamente nelle sommatorie in base 10. In questo caso sono state interessate solamente le aree più interne e poste ad altitudine elevata come ad esempio le stazioni di Bitti, Illorai, Atzara, Macomer e Sadali.
Se si considerano gli accumuli del quadrimestre gennaio-aprile (tabella 3) è possibile confermare l'andamento dei mesi precedenti riguardo alla presenza di un netto ritardo termico rispetto allo stesso periodo del 2004. Tale ritardo ha riguardato in particolar modo gli accumuli al di sopra di 0°C mentre le somme in base 10 sono risultate superiori allo scorso anno soprattutto nelle aree più interne come è stato osservato a Bitti e Atzara.
Le stazioni che hanno mostrato i valori maggiori del periodo sono risultate quelle di Sorso, Orosei, Siniscola e Masainas con più di 1250 GDD al di sopra di 0 °C e più di 195 al di sopra di 10 °C mentre quelle più fredde sono state Bitti, Illorai e soprattutto Villanova Strisaili.
Anche gli accumuli termici dal primo di ottobre se confrontati con lo stesso periodo dello scorso anno hanno fatto osservare un netto ritardo soprattutto al di sopra di 0°C (tabella 4). Nel caso delle sommatorie in base 10 è possibile invece constatare un maggior accumulo soprattutto nelle stazioni più fredde come ad esempio Bitti, Sadali, Illorai e Luras.
Wind chill index
I valori relativi al Wind Chill Index, elaborati per il mese di aprile, hanno fatto osservare una riduzione del rischio di disagio fisiologico per gli animali al pascolo in corrispondenza del progressivo innalzamento delle temperature. Le uniche aree dove potrebbero essersi verificate condizioni più critiche per il bestiame sono infatti quelle più interne e poste alle quote più elevate come le stazioni di Bitti, Sadali, Macomer, Illorai che hanno fatto registrare rispettivamente 35, 11 ore, 5 ore e 2 ore all'interno dell'intervallo di elevato disagio e oltre 100 ore nell'intervallo di disagio. (tabella 5)
La giornata più critica è risultata il 17 aprile in cui a Bitti , Sadali e Illorai sono state registrate rispettivamente 19 ore, 11 ore e 5 ore di elevato disagio.
In base ai dati forniti dalle stazioni del SAR in tutta l'isola non si sono verificate condizioni più critiche della soglia di elevato disagio.
Temperature humidity index
L'elaborazione del THI ha permesso di identificare le aree in cui nel corso del mese possono essersi presentate condizioni di disagio per il bestiame a causa delle alte temperature e dell'elevata percentuale di umidità. Le zone in cui sono state riscontrate situazioni di leggero malessere per il bestiame sono risultate, in genere, quelle più interne e a quote medio basse come rivelano i dati riferiti alle stazioni di Benetutti, Ozieri, Milis, Ottana, Berchidda, Decimomannu e Oliena in cui sono state registrate più di 20 ore con indice all'interno della soglia di lieve disagio (tabella 6). Le aree costiere e i territori di montagna al contrario non hanno presentato particolari problemi in relazione allo stress da caldo.
In termini assoluti la stazione che ha fatto riscontrare le condizioni meteorologiche più disagevoli è risultata Ottana in cui si sono avute ben 16 ore di disagio, 13 ore di allerta e 3 ore di pericolo concentrate gli ultimi tre giorni del mese.
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