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Riepilogo mensile agrometeorologico di gennaio 2010

INTRODUZIONE
Il mese di gennaio è stato molto piovoso sia come valori cumulati che come numero di giorni di pioggia; in generale le temperature sono state inferiori ai valori tipici del periodo, in particolare per le massime giornaliere.

Evapotraspirazione potenziale
I valori totali mensili dell'evapotraspirazione potenziale sono compresi tra circa 20 e 40 mm/mese (figura 1) sul territorio regionale. Tali valori risultano generalmente più contenuti rispetto ai valori del gennaio dell'anno precedente e rispetto alle corrispondenti medie climatiche trentennali.

Figura 1 - Mappe di evapotraspirazione di riferimento di gennaio 2010 e di anomalia rispetto all'anno precedente e ai valori medi trentennali.
Figura 1 - Mappe di evapotraspirazione di riferimento di gennaio 2010 e di anomalia rispetto all'anno precedente e ai valori medi trentennali.

Bilancio idro-meteorologico
Le piogge del mese sono state generalmente abbondanti con valori cumulati che nella maggior parte del territorio isolano hanno superato le corrispondenti medie climatiche, raggiungendo in alcuni casi (in particolare nelle località Nord-orientali e Sud-occidentali) il triplo dei valori climatici; solo in alcune aree i valori cumulati mensili sono stati sui livelli delle medie climatiche o di poco inferiori.
Considerando le ridotte perdite evapotraspirative del periodo, il bilancio idro-meteorologico mensile presenta ampie condizioni di surplus, superiore a 100 mm su buona parte del territorio isolano. Come mostra la figura 2, i valori più contenuti si raggiungono nel settore Nord-occidentale, mentre nelle località montuose centrali e nel Sulcis-Iglesiente si registrano i maggiori surplus. Rispetto alle condizioni normali del mese, rappresentate dai valori medi del trentennio 1961-90, si tratta di disponibilità idriche generalmente superiori, anche in maniera marcata. Rispetto al mese di gennaio 2009 in generale si riscontrano incrementi più contenuti, ed alcune aree mostrano disponibilità idriche inferiori.
Nella figura 3 si evidenziano le diverse condizioni che hanno contraddistinto le tre decadi.

Figura 2 - Mappe di bilancio idro-meteorologico di gennaio 2010 e di anomalia rispetto all'anno precedente e ai valori medi trentennali.
Figura 2 - Mappe di bilancio idro-meteorologico di gennaio 2010 e di anomalia rispetto all'anno precedente e ai valori medi trentennali.
Figura 3 - Mappe di bilancio idro-meteorologico della I, II e III decade di gennaio 2010.
Figura 3 - Mappe di bilancio idro-meteorologico della I, II e III decade di gennaio 2010.

Temperature massime e minime per decade
Le medie decadali delle temperature minime e massime sono state sostanzialmente stabili nelle tre decadi del mese, come mostrano le mappe riportate nelle figure 4 e 5. I valori giornalieri più bassi si sono avuti nella terza decade del mese.

Figura 4 - Valori medi decadali delle temperature minime registrate nel mese di gennaio 2010.
Figura 4 - Valori medi decadali delle temperature minime registrate nel mese di gennaio 2010.
Figura 5 - Valori medi decadali delle temperature massime registrate nel mese di gennaio 2010.
Figura 5 - Valori medi decadali delle temperature massime registrate nel mese di gennaio 2010.

Minime assolute e permanenza dei valori estremi
Come si può osservare nella tabella 1 che riporta le minime assolute e la permanenza delle temperature orarie al di sotto delle soglie 0, -3 e -5 °C, solo in un numero limitato di località le minime giornaliere hanno raggiunto o superato i -5 °C; tra le località monitorare, inoltre, solo nella stazione di Gavoi si sono avuti valori orari inferiori a -5 °C, per ben 7 ore consecutive.
In generale i valori riportati nella tabella mostrano come il mese in esame non sia stato particolarmente freddo rispetto alle medie degli anni più recenti.

Tabella 1 - Valori estremi di temperatura minima e permanenza dei valori orari sotto le soglie di 0, -3 e -5 °C, mese di gennaio 2010. I valori riportati tra parentesi tonde si riferiscono al massimo accumulo giornaliero. I valori
Tabella 1 - Valori estremi di temperatura minima e permanenza dei valori orari sotto le soglie di 0, -3 e -5 °C, mese di gennaio 2010. I valori riportati tra parentesi tonde si riferiscono al massimo accumulo giornaliero. I valori "normali" sono rappresentati dalla mediana dei valori mensili registrati nei diversi anni del periodo 1995-2007. Tra parentesi quadre sono riportati gli estremi della stessa serie di riferimento.

INDICI BIOCLIMATICI

Sommatorie Termiche
Le sommatorie termiche relative al mese di gennaio 2010 (figure 6 e 7) sono risultate generalmente inferiori sia rispetto allo stesso mese dello scorso anno che alla climatologia di riferimento. Una delle poche eccezioni ha riguardato le aree meridionali e il settore Nord-occidentale che mostrano invece accumuli superiori rispetto al dato climatico al di sopra dei 10 °C.

Nel dettaglio, le sommatorie in base 0 °C sono state comprese tra minimi di circa 0-100 GDD delle principali aree montuose, fino a 250-350 GDD delle aree costiere, soprattutto, delle aree meridionali e dell'Oristanese; i valori in base 10 °C sono stati piuttosto bassi e compresi tra 0 e 25 GDD.

Figura 6 - Mappe di sommatorie termiche in base 0 °C calcolate per il mese di gennaio 2010 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.
Figura 6 - Mappe di sommatorie termiche in base 0 °C calcolate per il mese di gennaio 2010 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.
Figura 7 - Mappe di sommatorie termiche in base 10 °C calcolate per il mese di gennaio 2010 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.
Figura 7 - Mappe di sommatorie termiche in base 10 °C calcolate per il mese di gennaio 2010 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.

Le sommatorie termiche calcolate per il quadrimestre ottobre 2009-gennaio 2010 (figure 8 e 9) sono risultate superiori rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, mentre rispetto al clima si è osservato un andamento differente a seconda delle soglie considerate. Gli accumuli termici in base 0 °C, infatti, sono stati generalmente inferiori soprattutto lungo la costa Nord-orientale, mentre quelli in base 10 °C hanno presentato valori inferiori solo lungo la fascia orientale e superiori nel resto dell'Isola. I valori in base 0 °C sono compresi tra minimi di 500-800 GDD e massimi di 1400-1800 GDD, mentre quelli in base 10 °C sono compresi tra 0 e 600 GDD spostandosi dal centro dell'Isola verso le aree costiere.

Figura 8 - Sommatorie termiche in base 0 °C calcolate per il periodo ottobre 2009 - gennaio 2010 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.
Figura 8 - Sommatorie termiche in base 0 °C calcolate per il periodo ottobre 2009 - gennaio 2010 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.
Figura 9 - Sommatorie termiche in base 10 °C calcolate per il periodo ottobre 2009 - gennaio 2010 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.
Figura 9 - Sommatorie termiche in base 10 °C calcolate per il periodo ottobre 2009 - gennaio 2010 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.

Wind Chill Index
L'elaborazione del WCI medio del mese di gennaio (figura 10) mostra una situazione diffusa di lieve disagio ad eccezione delle principali aree montuose dell'Isola dove i valori sono risultati più critici (disagio). Rispetto alla media pluriennale il WCI è stato sostanzialmente in linea in quasi tutta l'Isola ad esclusione di alcuni territori del settore Sud-orientale e centrale dove il disagio è stato minore, e di altre aree localizzate in particolare nella fascia Nord-orientale, dove i valori sono stati più critici.
Nel dettaglio, considerando i dati orari (figura 11) rielaborati per l'intero mese è possibile osservare come circa il 25 % delle stazioni monitorate abbia totalizzato oltre 200 ore di lieve disagio, oltre 200 di disagio e alcune ore di elevato disagio. La stazione di Bitti ha fatto registrare anche un'ora nella classe di emergenza. La metà delle stazioni ha invece presentato quasi esclusivamente condizioni di lieve disagio.
Le giornate più critiche si sono concentrate all'inizio e alla fine del mese, quando diverse stazioni hanno totalizzato oltre 20 ore giornaliere di disagio e diverse ore di elevato disagio.
Il valore di WCI più basso, pari a -18.4, è stato registrato nella stazione di Bitti (tabella 2). Oltre il 25 % delle stazioni monitorate ha presentato valori minimi inferiori a -10.

Figura 10 - Mappe di WCI per il mese di gennaio 2010 e raffronto con i valori medi del periodo 1995-2007
Figura 10 - Mappe di WCI per il mese di gennaio 2010 e raffronto con i valori medi del periodo 1995-2007
Figura 11 - Numero di ore mensili con WCI nelle diverse classi di disagio per il mese di gennaio 2010.
Figura 11 - Numero di ore mensili con WCI nelle diverse classi di disagio per il mese di gennaio 2010.
Tabella 2 - Valori minimi di WCI per il mese di gennaio 2010.
Tabella 2 - Valori minimi di WCI per il mese di gennaio 2010.

CONSIDERAZIONI AGROFENOLOGICHE

Cereali e foraggere
Le condizioni termo-pluviometriche del mese, caratterizzato da precipitazioni abbondanti e temperature inferiori alla media, non hanno determinato generalmente danni alle colture cerealicole. Le coltivazioni, in fase di accestimento, hanno continuato ad accrescersi seppur lentamente e solo nelle aree in cui i valori termici sono scesi sotto 0 °C (zero vegetativo) si è verificato un arresto degli accrescimenti. Inoltre, le temperature seppur basse si sono sempre mantenute al di sopra della soglia considerata critica per questa fase (-8 /-10 °C per il frumento e -8 /-12 °C per l'orzo). Tuttavia, nelle aree in cui le precipitazioni sono risultate più abbondanti o laddove si sono avute condizioni di prolungata saturazione dei terreni possono essersi verificati dei problemi di asfissia radicale con ingiallimenti diffusi e difficoltà per l'esecuzione delle operazioni di campo.
Figura 12 - Ovini al pascolo.
Figura 12 - Ovini al pascolo.
In generale, anche le foraggere coltivate e le essenze dei pascoli naturali hanno proseguito il loro ciclo regolarmente seppur con accrescimenti ridotti per effetto del regime termico invernale. Nelle località in cui le temperature sono risultate più rigide, con valori al di sotto di 8 °C per le leguminose e 5 °C per le graminacee, si è generalmente avuto un arresto dell'attività vegetativa. Nelle zone collinari e di alta montagna dove sono state registrate temperature di alcuni gradi sotto lo zero per alcuni giorni consecutivi possono essersi verificati ingiallimenti a carico delle parti aeree nelle specie più sensibili. Problemi legati al ristagno idrico possono avere riguardato i terreni in cui le precipitazioni sono state più abbondanti.
L'andamento meteorologico del mese nelle aree in cui le precipitazioni sono state più contenute ha favorito il pascolamento del bestiame, che ha potuto beneficiare della buona disponibilità foraggera. Laddove, invece, le piogge sono state più intense e accompagnate da basse temperature e forte vento possono esserci state delle ripercussioni sull'attività produttiva con cali anche consistenti nella lattazione per effetto dell'aumento dei fabbisogni di mantenimento e per le difficoltà di pascolamento. Tale aspetto è più evidente nelle specie animali di minori dimensioni di norma più sensibili alle condizioni rigide invernali.

Ortive
Figura 13 - Terreno saturo in una carciofaia.
Figura 13 - Terreno saturo in una carciofaia.
Le specie ortive hanno subito le conseguenze delle condizioni di saturazione dei suoli manifestando problemi di asfissia radicale e conseguenti ingiallimenti e marciumi in vaste aree del territorio regionale. Tra le più colpite, la coltura del carciofo è risultata quasi completamente compromessa. In molte aree, l'andamento termo-pluviometrico del mese ha favorito la diffusione di crittogame come la Botrite.



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