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Riepilogo mensile agrometeorologico di febbraio 2011

INTRODUZIONE
Il mese di febbraio si è caratterizzato per le abbondanti piogge che hanno interessato il settore orientale nei primi giorni del mese, e per le medie delle temperature minime inferiori ai valori attesi.

Evapotraspirazione potenziale
I valori totali dell'evapotraspirazione interpolati sul territorio regionale sono compresi tra 20 e 50 mm/mese circa, come mostra la figura 1, risultando generalmente superiori rispetto ai corrispondenti valori dell'anno precedente; rispetto alle medie climatiche si possono invece osservare sia incrementi che riduzioni.

Figura 1 - Mappe di evapotraspirazione di riferimento di febbraio 2011 e di anomalia rispetto all'anno precedente e ai valori medi trentennali.
Figura 1 - Mappe di evapotraspirazione di riferimento di febbraio 2011 e di anomalia rispetto all'anno precedente e ai valori medi trentennali.

Bilancio idro-meteorologico

Nel corso del mese di febbraio tutta l'Isola è stata interessata da eventi piovosi sebbene con una differente distribuzione nelle diverse aree: in particolare, cumulati decisamente elevati per il periodo sono stati totalizzati soprattutto nel versante orientale, grazie agli apporti dei primi due giorni del mese, mentre altrove i valori mensili sono stati generalmente contenuti e in alcuni casi inferiori alla pur modesta domanda evapotraspirativa. Per tale ragione il bilancio mensile tra apporti e perdite (riportato graficamente nella figura 2) evidenzia per l'Oristanese, il Basso campidano e la Nurra condizioni di deficit, mentre altrove assume valori positivi fino a raggiungere surplus prossimi a 300 mm/mese nelle aree che hanno registrato i cumulati superiori.
Si può osservare in generale che per la parte occidentale dell'Isola si sono avute condizioni meno favorevoli sia rispetto a quelle attese (mappa di anomalia climatica della figura 2), sia rispetto all'anno precedente; nel settore orientale, invece, dalle Baronie al Sarrabus, le condizioni di disponibilità idrica sono state decisamente più favorevoli.
Nella figura 3 si evidenziano le diverse condizioni che hanno contraddistinto le tre decadi ed in particolare la localizzazione degli eventi più abbondanti.

Figura 2 - Mappe di bilancio idro-meteorologico di febbraio 2011 e di anomalia rispetto all'anno precedente e ai valori medi trentennali.
Figura 2 - Mappe di bilancio idro-meteorologico di febbraio 2011 e di anomalia rispetto all'anno precedente e ai valori medi trentennali.
Figura 3 - Mappe di bilancio idro-meteorologico della I, II e III decade di febbraio 2011.
Figura 3 - Mappe di bilancio idro-meteorologico della I, II e III decade di febbraio 2011.

Meritano alcune considerazioni le piogge dell'1 e 2 febbraio per gli effetti che possono aver esercitato sulle aree maggiormente colpite. Tali eventi piovosi si sono protratti per oltre 20 ore, fino ad abbracciare quasi un'intera giornata nelle aree più interessare dal fenomeno, perciò sebbene abbondanti nel loro complesso (particolarmente il primo giorno), per converso hanno avuto intensità orarie elevate ma non eccezionali, al contrario di quanto è avvenuto in altri episodi analoghi del recente passato.
Nel valutare le conseguenze delle piogge abbondanti del giorno 1, inoltre, è opportuno considerare anche le condizioni di idratazione dei suoli precedenti all'evento, che possono aver limitato i processi di infiltrazione e favorito il ruscellamento superficiale: va considerato infatti che negli ultimi giorni di gennaio alcune aree dell'Isola sono state interessate da piogge frequenti, come nel caso delle aree interne del bacino del Cedrino, in cui negli ultimi 5 giorni del mese si sono registrati complessivamente da oltre 40 a 60 mm circa.

Considerando anche la scarsa evapotraspirazione del periodo, il conseguente stato di imbibizione dei terreni può aver provocato un minor tasso di infiltrazione e favorito maggiormente i ristagni e il ruscellamento superficiale.
Per effetto dell'intensità oraria generalmente contenuta, e della buona copertura vegetale del terreno i fenomeni erosivi possono essere stati meno intensi nelle diverse aree colpite, rispetto ad eventi piovosi equivalenti per abbondanza di pioggia.
In definitiva le condizioni che hanno caratterizzato l'evento meteorico dei primi giorni di febbraio sono state tali da provocare nelle aree pianeggianti fenomeni di ristagno idrico ed allagamento dei campi, a causa della difficoltà di sgrondo dell'acqua in eccesso e dell'ingrossamento e tracimazione dei corsi d'acqua, mentre nelle aree in pendio e in presenza di suoli compatti caratterizzati da una bassa capacità di infiltrazione il ruscellamento dell'acqua in eccesso può aver determinato effetti erosivi.

Temperature massime e minime per decade
I valori medi mensili delle temperature massime sono stati sostanzialmente in linea con la media climatologica del mese mentre le minime sono state inferiori di circa 1 °C. L'andamento nel corso del mese si può evidenziare analizzando i valori medi decadali raffigurati nelle mappe riportate nelle figure 4 e 5: si può osservare per le minime una sostanziale stabilità o comunque un leggero incremento tra la prima e la seconda decade, ed una successiva riduzione nella terza, mentre per le temperature massime si osserva un calo significativo solo nella terza decade.

Figura 4 - Valori medi decadali delle temperature minime registrate nel mese di febbraio 2011.
Figura 4 - Valori medi decadali delle temperature minime registrate nel mese di febbraio 2011.
Figura 5 - Valori medi decadali delle temperature massime registrate nel mese di febbraio 2011.
Figura 5 - Valori medi decadali delle temperature massime registrate nel mese di febbraio 2011.

Minime assolute e permanenza dei valori estremi
I valori minimi giornalieri si sono verificati secondo la stazione in due periodi: nei giorni 4-14 e sul finire del mese, tra il 24 e il 27. Nel primo periodo le basse temperature minime sono state favorite dall'assenza di piogge, cielo generalmente sereno e venti deboli. Tuttavia i valori assoluti non sono stati nella generalità dei casi particolarmente rilevanti rispetto alle condizioni climatiche del periodo.
Se si analizza il numero totale di ore con valori termici orari sotto le soglie di 0, -3, -5 °C si può invece osservare invece una persistenza delle condizioni critiche generalmente superiore rispetto agli anni recenti, in particolare rispetto alla soglia di 0 °C.

Tabella 1 - Valori estremi di temperatura minima e permanenza dei valori orari sotto le soglie di 0, -3 e -5 °C, mese di febbraio 2011. I valori riportati tra parentesi tonde si riferiscono al massimo accumulo giornaliero. I valori
Tabella 1 - Valori estremi di temperatura minima e permanenza dei valori orari sotto le soglie di 0, -3 e -5 °C, mese di febbraio 2011. I valori riportati tra parentesi tonde si riferiscono al massimo accumulo giornaliero. I valori "normali" sono rappresentati dalla mediana dei valori mensili registrati nei diversi anni del periodo 1995-2007. Tra parentesi quadre sono riportati gli estremi della stessa serie di riferimento.

INDICI BIOCLIMATICI

Sommatorie Termiche
Le sommatorie termiche calcolate sulla base di 0 °C, relative al mese di febbraio, sono risultate generalmente più basse sia rispetto al clima sia rispetto allo scorso anno (figura 6); le sommatorie rispetto alla base di 10 °C invece hanno mostrato un netto ritardo solo rispetto al febbraio 2010, mentre il confronto col dato climatico evidenzia valori sostanzialmente simili (figura 7). Gli accumuli del mese sono compresi tra 27 e 300 GDD sopra 0 °C e tra 0 e 15 GDD sopra 10 °C, con i valori più alti distribuiti prevalentemente lungo le coste meridionali e occidentali.

Figura 6 - Mappe di sommatorie termiche in base 0 °C calcolate per il mese di febbraio 2011 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.
Figura 6 - Mappe di sommatorie termiche in base 0 °C calcolate per il mese di febbraio 2011 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.
Figura 7 - Mappe di sommatorie termiche in base 10 °C calcolate per il mese di febbraio 2011 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.
Figura 7 - Mappe di sommatorie termiche in base 10 °C calcolate per il mese di febbraio 2011 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.

Per quanto riguarda il bimestre gennaio-febbraio 2011 (figura 8) sono stati totalizzati valori quasi sempre inferiori per le sommatorie su base 0 °C, particolarmente nelle località della costa orientale. Un andamento sostanzialmente simile si è osservato anche per le sommatorie in base 10 °C (figura 9) rispetto al dato dello scorso anno, mentre rispetto alla climatologia si sono registrate anomalie positive lungo la fascia centrale e occidentale. Nel dettaglio, le sommatorie sono comprese tra 65 e 700 GDD in base 0 °C e tra 0 e 40 GDD in base 10 °C, con i valori più alti in corrispondenza della costa occidentale e meridionale.

Figura 8 - Sommatorie termiche in base 0 °C calcolate per il periodo gennaio - febbraio 2011 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.
Figura 8 - Sommatorie termiche in base 0 °C calcolate per il periodo gennaio - febbraio 2011 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.
Figura 9 - Sommatorie termiche in base 10 °C calcolate per il periodo gennaio - febbraio 2011 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.
Figura 9 - Sommatorie termiche in base 10 °C calcolate per il periodo gennaio - febbraio 2011 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.

Infine, le sommatorie calcolate per il periodo ottobre 2010-febbraio 2011 (figure 10 e 11) hanno invece mostrato valori decisamente più bassi sia rispetto allo scorso anno che alla climatologia 1961-1990 per entrambe le soglie termiche, con le anomalie maggiori lungo la fascia orientale. I valori totalizzati nel periodo sono compresi tra 500 e 2000 GDD in base 0 °C e tra 0 e 500 GDD in base 10 °C.

Figura 10 - Sommatorie termiche in base 0 °C calcolate per il periodo ottobre 2010 - febbraio 2011 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.
Figura 10 - Sommatorie termiche in base 0 °C calcolate per il periodo ottobre 2010 - febbraio 2011 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.
Figura 11 - Sommatorie termiche in base 10 °C calcolate per il periodo ottobre 2010 - febbraio 2011 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.
Figura 11 - Sommatorie termiche in base 10 °C calcolate per il periodo ottobre 2010 - febbraio 2011 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.

Fabbisogno di freddo per le colture arboree
Nel mese di febbraio è terminato il periodo di dormienza delle gemme di molte specie arboree caducifoglie. Affinchè possa realizzarsi questa fase ed il passaggio alla successiva schiusura delle gemme, è necessario soddisfare il fabbisogno di freddo vale, a dire l'esposizione a temperature moderatamente basse (circa 6 °C), che agiscono rimuovendo l'inibizione.
Per quantificare la disponibilità di freddo nel periodo novembre-febbraio si è utilizzato il metodo Utah basato sull'accumulo di "unità di freddo" (chilling units). Nel grafico riportato nella figura 12 sono rappresentati gli accumuli del mese di febbraio, quelli complessivi del quadrimestre novembre-febbraio e quelli del bimestre centrale dicembre-gennaio.

In generale i valori del quadrimestre risultano relativamente elevati se confrontati con le medie calcolate sugli ultimi 15 anni per le medesime stazioni, soprattutto per il maggior contributo dei mesi di novembre 2010 e febbraio 2011.

Figura 12 - Valori di chilling units calcolati per il mese di febbraio 2011 e per i periodi novembre '10-febbraio '11 e dicembre '10-gennaio '11.
Figura 12 - Valori di chilling units calcolati per il mese di febbraio 2011 e per i periodi novembre '10-febbraio '11 e dicembre '10-gennaio '11.

Wind Chill Index
I valori medi mensili dell'indice WCI (figura 13) sono risultati molto simili rispetto a quelli del precedente mese di gennaio, mostrando una condizione di Lieve Disagio distribuita quasi uniformemente sul territorio regionale, ad eccezione delle aree in quota del Gennargentu che invece hanno mostrato una situazione potenzialmente più critica (Disagio). Rispetto alla media pluriennale di riferimento la situazione è risultata generalmente meno critica, in particolare nel settore centrale e settentrionale, mentre nei territori meridionali sono stati registrati valori sostanzialmente in linea o di poco più critici.

Figura 13 - Mappe di WCI per il mese di febbraio 2011 e raffronto con i valori medi del periodo 1995-2007.
Figura 13 - Mappe di WCI per il mese di febbraio 2011 e raffronto con i valori medi del periodo 1995-2007.

In base al totale mensile di ore nelle diverse classi di disagio, riportato graficamente nella figura 14, le stazioni che hanno presentato la situazione potenzialmente più stressante sono ubicate nelle aree montuose del Gennargentu (es. Orgosolo Montes, Sadali, Aritzo e Gavoi) con oltre 300 ore di Lieve Disagio, oltre 200 ore di Disagio e alcune ore di Elevato Disagio, mentre lungo le coste si sono registrate quasi esclusivamente condizioni di Lieve Disagio.

Figura 14 - Numero di ore mensili con WCI nelle diverse classi di disagio per il mese di febbraio 2011.
Figura 14 - Numero di ore mensili con WCI nelle diverse classi di disagio per il mese di febbraio 2011.

I giorni più critici hanno interessato in particolare l'inizio e la fine del mese. Il giorno 24 è stato registrato il minimo assoluto del mese nella stazione di Orgosolo Montes, pari a -16 (figura 15).

Figura 15 - Valori minimi di WCI per il mese di febbraio 2011.
Figura 15 - Valori minimi di WCI per il mese di febbraio 2011.

CONSIDERAZIONI AGROFENOLOGICHE

Cereali e foraggere
Durante la prima metà del mese, in particolare nel periodo di assenza di piogge durato circa 12 giorni, si sono concluse le operazioni di semina dei cereali autunno-vernini nelle aree in cui le piogge eccessive del periodo precedente avevano creato allagamenti e condizioni di ristagno idrico tali da impedire il regolare svolgimento delle operazioni colturali. Tuttavia laddove le condizioni dei terreni permanevano impraticabili, i coltivatori hanno dovuto rinunciare ad effettuare le semine in quanto troppo in ritardo rispetto al regolare ciclo colturale. Nei territori invece in cui le semine sono avvenute per tempo e nei terreni che non si trovavano in condizioni di saturazione, le colture (nella fase fenologica di accestimento avanzato) hanno continuato ad accrescersi seppur lentamente a causa delle basse temperature. In alcuni areali di coltivazione sono state registrate anche temperature sotto zero gradi centigradi che hanno arrestato l’attività vegetativa delle piante. Le condizioni meteorologiche della prima metà di febbraio hanno anche consentito di effettuare regolarmente le operazioni di diserbo.
Al contrario, nelle aree in cui le colture si trovavano già in condizioni di stress a causa dello stato asfittico dei terreni, le basse temperature del periodo hanno contribuito ad aggravarne la situazione, comportando ingiallimenti e necrotizzazioni estese in diverse parti della pianta.
Anche per quanto riguarda le foraggere si sono osservati gli effetti concomitanti dell’eccesso idrico e delle basse temperature nelle aree in cui le condizioni sono state più critiche, in termini di accrescimenti ridotti e ingiallimenti degli erbai coltivati e dei pascoli naturali, particolarmente se costituiti da leguminose. Nelle aree in cui le condizioni meteorologiche non sono state così limitanti, le specie hanno proseguito il ciclo seppur con ritmo lento, garantendo una discreta disponibilità foraggera per gli animali al pascolo.

Ortive
Nel corso del mese sono proseguite le operazioni di raccolta delle colture del periodo. Nelle aree in cui le temperature sono state più rigide e particolarmente nelle colture già stressate possono essersi verificati danni nelle parti eduli delle piante con deprezzamento del prodotto finale.

Vite
La vite è in riposo vegetativo. Sono state effettuate le operazioni di potatura fra la prima e la seconda decade del mese ed in generale tutti i lavori di pulizia e sistemazione del vigneto

Olivo
E' in fase di completamento la raccolta delle drupe. In molte aree dove la raccolta è già avvenuta, sono stati svolti i lavori di potatura.

Fenologia delle specie vegetali di interesse naturalistico ed allergologico Cupressus sempervirens L.
Tra le specie di interesse allergologico una delle più importanti che fiorisce nei mesi invernali è il cipresso il cui tradizionale uso paesaggistico, come frangivento, come siepe e nei viali alberati all'interno della città, ne determina l'importanza, non tanto legata alla quantità di esemplari presenti sul territorio sardo, quanto alla presenza concentrata all'interno delle aree urbane.

Il monitoraggio fenologico effettuato dall'ARPAS mediante rilievi in campo a cadenza settimanale, coadiuvati dal relativo modello fenologico, ha mostrato nel 2011 un ritardo sulla fioritura del cipresso, che nella norma avviene fra fine gennaio e i primi giorni di febbraio, causato dalla sensibilità del cipresso al ristagno idrico, conseguente al regime di precipitazioni intense e continue che ha caratterizzato la stagione invernale.

Le precipitazioni registrate in particolare fra la prima e la seconda decade del mese di febbraio hanno contribuito alla riduzione del disagio per gli allergici, in quanto la pioggia ha abbattuto la concentrazione di pollini nell'aria.



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