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Riepilogo mensile agrometeorologico di gennaio 2012

INTRODUZIONE
Il mese di gennaio è stato caratterizzato da una generale scarsità di piogge ad eccezione di alcune aree nel versante orientale, e da temperature superiori alla media sia per i valori minimi che per i massimi.

Evapotraspirazione potenziale
Il cumulato mensile dell'evapotraspirazione ha raggiunto valori compresi tra 20 e 40 mm/mese circa (figura 1) nelle diverse località. Tali valori risultano generalmente in linea rispetto a quelli del gennaio 2011, mentre rispetto alle corrispondenti medie climatiche si evidenziano incrementi generalmente più marcati.

Figura 1 - Mappe di evapotraspirazione di riferimento di gennaio 2012 e di anomalia rispetto all'anno precedente e ai valori medi trentennali.
Figura 1 - Mappe di evapotraspirazione di riferimento di gennaio 2012 e di anomalia rispetto all'anno precedente e ai valori medi trentennali.

Bilancio idro-meteorologico
Nel mese di gennaio gli apporti piovosi hanno interessato soprattutto la seconda e la terza decade e sono stati complessivamente limitati rispetto ai valori climatici attesi, attestandosi al di sotto di essi su buona parte del territorio regioanle. Solo nella settore orientale e principalmente nella Baronia i cumulate registrati hanno superato i valori medi climatici, con surplus di circa 40 mm, mentre in numerose aree hanno raggiunto circa la metà dei valori attesi. Nel settore meridionale e soprattutto nel Campidano si sono totalizzati gli apporti mensili più contenuti, 20 mm/mese circa, corrispondenti al 30% della media climatica.
Combinando i dati pluviometrici mensili con le perdite evapotraspirative si ottengono valori di bilancio idrometeorologico differenti nei diversi settori dell'isola (figura 2): nelle aree a maggior pluviometria e in quelle a maggior quota vi è stata una compensazione delle perdite ed i valori risultano positivi, mentre dove le piogge sono state scarse il bilancio mostra condizioni di deficit.
Le condizioni registrate risultano meno favorevoli sia rispetto allo stesso mese del 2011, ugualmente deficitario, sia rispetto ai valori medi trentennali, ad eccezione delle aree Nord-orientali che hanno ricevuto apporti elevate.

Figura 2 - Mappe di bilancio idro-meteorologico di gennaio 2012 e di anomalia rispetto all'anno precedente e ai valori medi trentennali.
Figura 2 - Mappe di bilancio idro-meteorologico di gennaio 2012 e di anomalia rispetto all'anno precedente e ai valori medi trentennali.

Nella figura 3 si evidenziano le diverse condizioni che hanno contraddistinto le tre decadi ed in particolare la scarsità degli apporti piovosi che ha caratterizzato estesamente le prime due decadi.

Figura 3 - Mappe di bilancio idro-meteorologico della I, II e III decade di gennaio 2012.
Figura 3 - Mappe di bilancio idro-meteorologico della I, II e III decade di gennaio 2012.

Temperature massime e minime per decade
I valori medi mensili delle temperature massime e minime sono stati generalmente superiori rispetto ai valori medi riferiti agli anni più recenti. L'andamento nel corso del mese si può evidenziare analizzando i valori medi decadali raffigurati nelle mappe riportate nelle figure 4 e 5: si può osservare per le minime una sensibile riduzione tra le prime due decadi, di circa 2 °C, e un incremento nella terza decade di pari entità; per le massime invece si osserva una leggera e costante riduzione tra una decade e la successiva, più marcata tra le prime due.

Figura 4 - Valori medi decadali delle temperature minime registrate nel mese di gennaio 2012.
Figura 4 - Valori medi decadali delle temperature minime registrate nel mese di gennaio 2012.
Figura 5 - Valori medi decadali delle temperature massime registrate nel mese di gennaio 2012.
Figura 5 - Valori medi decadali delle temperature massime registrate nel mese di gennaio 2012.

Minime assolute e permanenza dei valori estremi
Nel corso del mese si sono registrate diverse gelate che in alcune stazioni hanno interessato oltre 10 giornate, fino ad un massimo di 22 nella stazione di Villanova Strisaili. Come si osserva nella tabella 1 in numerose stazioni la temperatura non è mai scesa sotto lo zero. Inoltre sono da segnalare le ampie oscillazioni giornaliere delle temperature minime: in particolare si evidenzia la notevole variazione registrata tra i giorni 27 e 28 quando si sono avuti incrementi superiori a 10 °C in diverse stazioni, fino a massimi di circa 15 °C.
Se si analizza il numero totale di ore con valori termici orari sotto le soglie di 0, -3, -5 °C e quindi la persistenza delle condizioni critiche, si osserva una situazione sostanzialmente nella norma rispetto agli anni recenti; solo alcune stazioni, soprattutto del settore centro-settentrionale, hanno mostrato una maggiore permanenza rispetto ai valori medi. Di rilievo il numero di ore al di sotto di -5 della stazione di Villanova Strisaili, pari a 47 per l'intero mese, di cui 9 nello stesso giorno.


Tabella 1 - Valori estremi di temperatura minima e permanenza dei valori orari sotto le soglie di 0, -3 e -5 °C, mese di gennaio 2012. I valori riportati tra parentesi tonde si riferiscono al massimo accumulo giornaliero. I valori
Tabella 1 - Valori estremi di temperatura minima e permanenza dei valori orari sotto le soglie di 0, -3 e -5 °C, mese di gennaio 2012. I valori riportati tra parentesi tonde si riferiscono al massimo accumulo giornaliero. I valori "normali" sono rappresentati dalla mediana dei valori mensili registrati nei diversi anni del periodo 1995-2007. Tra parentesi quadre sono riportati gli estremi della stessa serie di riferimento.

INDICI BIOCLIMATICI

Sommatorie Termiche
Le sommatorie termiche in base 0 °C, rappresentate nella figura 6, hanno mostrato valori in linea con la climatologia di riferimento e generalmente superiori rispetto a quelli del 2011, ad eccezione delle aree poste a maggior quota. I valori in base 10 °C (figura 7), in generale, hanno presentato incrementi rispetto alla climatologia, più marcati nel settore occidentale, mentre rispetto al mese di gennaio 2011 aumenta l'estensione delle aree in cui si regsitrano anomalie negative, soprattutto nel versante occientale. Nel dettaglio, le sommatorie termiche in base 0 °C variano da circa 50 ad oltre 350 GDD mentre quelle in base 10 °C presentano valori compresi tra 0 e 40 GDD.

Figura 6 - Mappe di sommatorie termiche in base 0 °C calcolate per il mese di gennaio 2012 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.
Figura 6 - Mappe di sommatorie termiche in base 0 °C calcolate per il mese di gennaio 2012 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.
Figura 7 - Mappe di sommatorie termiche in base 10 °C calcolate per il mese di gennaio 2012 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.
Figura 7 - Mappe di sommatorie termiche in base 10 °C calcolate per il mese di gennaio 2012 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.

Anche il quadrimestre ottobre-gennaio ha fatto registrare per la soglia di 0 °C (figura 8) un sensibile incremento rispetto al 2011 ed una condizione più eterogenea rispetto ai corrispondenti valori climatici, con un gradiente Est-Ovest; anche i valori in base 10 °C (figura 9) sono stati generalmente superiori rispetto all'anno precedente e al clima, ad eccezione delle località a maggior quota. I valori variano da minimi inferiori a 400 GDD a massimi superiori a 1800 GDD in base 0 °C e da 0 a circa 600 GDD in base 10 °C.

Figura 8 - Sommatorie termiche in base 0 °C calcolate per il periodo ottobre - gennaio 2012 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.
Figura 8 - Sommatorie termiche in base 0 °C calcolate per il periodo ottobre - gennaio 2012 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.
Figura 9 - Sommatorie termiche in base 10 °C calcolate per il periodo ottobre - gennaio 2012 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.
Figura 9 - Sommatorie termiche in base 10 °C calcolate per il periodo ottobre - gennaio 2012 e raffronto con l'anno precedente e con i valori medi trentennali.

Wind Chill Index
L'elaborazione del WCI medio mensile (figura 12) ha mostrato valori più alti rispetto alla media pluriennale in quasi tutto il territorio regionale, in particolare nella parte settentrionale. In generale l'indice ha evidenziato una situazione diffusa di Lieve disagio, con condizioni più critiche in corrispondenza dei rilievi montuosi del Gennargentu, del Limbara e del Marghine.

Figura 10 - Mappe di WCI per il mese di gennaio 2012 e raffronto con i valori medi del periodo 1995-2007.
Figura 10 - Mappe di WCI per il mese di gennaio 2012 e raffronto con i valori medi del periodo 1995-2007.

Considerando i dati orari (figura 13) le stazioni poste a maggior quota hanno presentato il maggior rischio per il bestiame esposto a condizioni meteorologiche avverse, con una permanenza nella classe di Disagio per 150-300 ore circa. Un ridotto numero di stazioni ha registrato condizioni corrispondenti alla classe di Elevato disagio. La stazione di Bitti ha evidenziato una maggiore persistenza di condizioni critiche corrispondenti alle due classi suddette.

Figura 11 - Numero di ore mensili con WCI nelle diverse classi di disagio per il mese di gennaio 2012.
Figura 11 - Numero di ore mensili con WCI nelle diverse classi di disagio per il mese di gennaio 2012.

Il valore minimo di WCI, prossimo a -15 e corrispondente alla classe Elevato disagio, è stato registrato nella stazione di Bitti (figura 14). Altre 3 stazioni, Aritzo, Luras e Macomer, hanno raggiunto minimi di poco inferiori a -10.

Figura 12 - Valori minimi di WCI per il mese di gennaio 2012.
Figura 12 - Valori minimi di WCI per il mese di gennaio 2012.

CONSIDERAZIONI AGROFENOLOGICHE

Cereali e foraggere
Le semine regolari di dicembre, favorite da condizioni meteorologiche e di contenuto idrico dei suoli ottimali, hanno facilitato la fase di emergenza dei cereali autunno-vernini. Le condizioni leggermente siccitose dovute alla carenza di precipitazioni, soprattutto evidenti al Sud durante la seconda decade del mese, non hanno ostacolato le fasi di emergenza e accestimento delle piantine di frumento, sia perché poco esigente in questa fase sia perché i suoli generalmente si trovavano ancora in buono stato idrico, in virtù degli apporti piovosi del periodo precedente.
Le colture foraggere, in particolare gli erbai di loglio in purezza o associati alle leguminose, hanno invece risentito delle condizioni siccitose che hanno caratterizzato l'autunno e parte del mese di gennaio. In molti casi è stato necessario intervenire con opportune irrigazioni fin dalle prime fasi di sviluppo e successivamente con irrigazioni di soccorso. Le temperature, nella media del periodo, non sono state limitanti per il regolare accrescimento delle specie.

Ortive
Le colture ortive di pieno campo (carciofo e specie a foglia larga) e quelle coltivate in serra (pomodoro) non sono state interessate da eventi termici particolarmente sfavorevoli per cui hanno seguito il regolare ciclo vegetativo e produttivo del periodo.

Vite
Nel corso del mese si sono effettuate le tipiche operazioni agronomiche della coltura, in particolare le potature.
Come già segnalato nel mese di dicembre, sono evidenti nelle aree costiere episodi di risveglio vegetativo e di germogliamento, a causa delle temperature miti registrate nell'ultimo periodo. Questa situazione espone le piante a rischio in caso di gelate invernali o tardive.

Olivo
Prosegue la raccolta delle olive di varietà tardive. Laddove è stata già completata la raccolta, sono state effettuate le potature e le consuete operazioni agronomiche invernali.

Fenologia delle specie vegetali di interesse naturalistico ed allergologico
Nel corso del mese, nella Nurra si sono svolti i rilievi fenologici sul Cupressus sempervirens L. Rispetto allo scorso anno si segnala un sensibile anticipo fenologico dovuto alle temperature registrate nel corso del periodo autunnale. Nelle mappe della figura 13 sono riportate le simulazioni fenologiche riferite rispettivamente al 15 gennaio 2012 (a sinistra) e al 20 gennaio 2011 (a destra). E' evidente per il 2012 l'anticipo fenologico e la maggiore prevalenza della fase 57 (fiori maschili ben sviluppati) rispetto allo stesso periodo del 2011.

Figura 13 - Simulazione fenologica per il Cupressus sempervirens L. in scala BBCH. La scala BBCH è una scala centesimale, che suddivide l'intero ciclo biologico delle piante in dieci stadi di sviluppo. Le sottofasi più significative sono: 50 coni formati ma non ancora visibili; 52 fiori maschili appena visibili; 54 fiori maschili visibili; 56 fiori maschili sviluppati; 57 fiori maschili ben sviluppati.
Figura 13 - Simulazione fenologica per il Cupressus sempervirens L. in scala BBCH. La scala BBCH è una scala centesimale, che suddivide l'intero ciclo biologico delle piante in dieci stadi di sviluppo. Le sottofasi più significative sono: 50 coni formati ma non ancora visibili; 52 fiori maschili appena visibili; 54 fiori maschili visibili; 56 fiori maschili sviluppati; 57 fiori maschili ben sviluppati.

L'anomalia termica, inoltre, ha causato una notevole uniformità fenologica in tutto il territorio della Sardegna come si può evincere dalla tabella di riepilogo del rilievo fenologico del 17 gennaio 2012 (tabella 2) che riguarda la Nurra, la Romangia, il Sassarese, il Meilogu, il Goceano, la Barbagia di Nuoro, il Marghine e il Campidano di Oristano, e dalla mappa fenologica del 15 gennaio 2012 riportata in figura 13.

Tabella 2 - Rilievi fenologici del Cupressus sempervirens L. in scala BBCH codificata.
Tabella 2 - Rilievi fenologici del Cupressus sempervirens L. in scala BBCH codificata.

Anche altre specie di interesse risultano in fiore, si segnala la fase di prefioritura della mimosa (Acacia dealbata).



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